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La procura di Repubblica s’allarma

14/01/2009

A lanciare l’allarme è stato due giorni fa Giuseppe D’Avanzo, presto seguito da tanti autorevoli magistrati, preoccupati dai rischi per la privacy e per la libertà di tutti i cittadini che potrebbero venire dal protocollo d’intesa firmato a novembre dal ministro Brunetta e dal Guardasigilli Alfano in tema di trasmissione telematica delle notizie di reato tra forze di polizia e procure della Repubblica. Verbali degli interrogatori, delle perquisizioni, dei sequestri, delle intercettazioni – ci ha spiegato D’Avanzo – saranno (a regime) interconnessi attraverso un “gestore centrale” organizzato e controllato dal ministero della Giustizia che “può concederlo a un fornitore esterno, in outsourcing”.
Nascerà dunque “una cancelleria virtuale nazionale”. Ragion per cui in molti, con scarsa fantasia, non hanno esitato a parlare di Grande Fratello. Inutile dire che simili preoccupazioni meritano la massima attenzione, come sempre quando lo stato interviene in un campo così delicato. Ma non minore attenzione ci pare meriti l’inedita sensibilità mostrata per la privacy dei cittadini da giornalisti e pm, a cominciare dal segretario dell’Anm – nonché responsabile della pubblica accusa nell’inchiesta su “Calciopoli” – Luca Palamara. Dopo avere letto per anni, su Repubblica come su tanti altri giornali, verbali d’intercettazioni e d’interrogatori fino a non poterne più, un simile ripensamento (che ci auguriamo “operoso”) va senza dubbio salutato con favore, anche se scappa un po’ da ridere. (il Foglio, 14 gennaio 2009)

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