Una festa a lungo attesa
Capita che passi anni interi a dire che bisogna andare a una grande festa, partecipare, contribuire, organizzarsi per tempo, e tutti ti guardano come uno magari in buona fede ma un po’ scemo, perché è chiaro che la grande festa non si farà mai, lo sanno tutti, lo dicono tutti. Poi, dopo anni e anni di discussioni, quando ormai non ci crede più veramente nessuno, capita che la festa si fa sul serio. E tutti cominciano a telefonarti per dirti quando arriveranno e quanto si fermeranno, e capisci che sei la prima persona che hanno chiamato, ed è naturale che sia così. E proprio non riesci a non sentirti in colpa quando rispondi: mi dispiace, io non vengo.
Un tempo ci sarebbe stato chi avrebbe saputo come fregarti. Un tempo ci sarebbe stato qualcuno, magari il tuo segretario di sezione, pronto a dirti che un dirigente di partito deve stare dove sta il suo popolo, e che rispondere che tu non sei un dirigente non significa nulla, perché siamo tutti dirigenti di qualcosa e di qualcuno, da qualche parte. Un tempo avrebbe funzionato.
Altri tempi, altri partiti, altri segretari.
E’ tutto molto triste.
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