Per una volta che non avevo detto niente
A lungo – fino a circa cinque secondi fa – ho pensato di essere un caso di patologica incapacità di stare al mondo. Come se una forza misteriosa mi spingesse a dire sempre la cosa giusta al momento sbagliato, alle persone sbagliate, nel modo sbagliato. Come se nel sostenere cose giuste senza scatenare una rissa non ci fosse alcun merito. Come se lasciare in pace il prossimo fosse una scelta eticamente discutibile. Come se uno dovesse sempre farsi carico della riforma intellettuale e morale dell’umanità, per dimostrarsi una persona decente (invece che un semplice rompicoglioni). A lungo ho pensato che tutto questo, per me, fosse una sorta di malattia dell’anima, più che una banalissima forma di infantilismo. Poi ho letto questo. Ora, nel merito della questione forse avrei pure qualche distinguo da fare, ma non è questo che conta, anche perché probabilmente sarebbero distinguo che peggiorerebbero la mia posizione. Il fatto è che leggendo quel post ho pensato che le cose sono due: o io sono riuscito a trovare uno che sta peggio di me, oppure c’è davvero qualcosa che non va, là fuori.
di per sè il semplice fatto che c’è una categoria dal nome fregnacce intimiste dovrebbe fornirmi una risposta eloquente, ma per stavolta voglio disfarmi dalla zavorra dei miei pregiudizi,
così dimmi:almeno lo sai cosa ci stai a fare qua sulla terra?
no. e non sono nemmeno sicuro di volerlo sapere
mica lo so se è un bene, e la ricerca di senso allora, quella dove la metti? anche se…….a non saperlo almeno viaggi leggero
ciao ciao franci
Dalle mie parti, quelli come te, sono chiamati “pecore zoppe”.
Ribelli, anticonformisti, diversi, per scelta o per natura.
Dicono sempre quello che pensano.
A volte, capita, si perdono anche,
ma sempre in maniera meravigliosa:
la vita non la subiscono,
la cambiano,
ogni giorno.
A lungo – dici– ho pensato di essere un caso di patologica incapacità di stare al mondo. Poi ti rincuori perchè sei riuscito a trovare uno che forse sta peggio di te. Giustamente ti viene il dubbio che è là fuori che c’è qualcosa che non va.
Domande e riflessioni che spesso mi hanno colto in prima persona. Ora non so se testimonianze come la tua e quella di Gualtieri mi possano servire da placebo per i miei dubbi, sta di fatto che questo aprile mi ha messo prima in crisi, poi di buonumore. E così ho deciso anche per il 13 e 14.
Voterò con il cuore e con la pancia: il comandante Fausto al Senato e la Lista Pazza per la Vita di Giuliano Ferrara alla Camera. Disgiunto, disgregato, discordante, discutibile, per alcuni forse anche disdicevole, disgustoso e disinvolto. Forse solo patologico.
Con stima.
Ecco, quando ti sfiorerà anche il dubbio di dire la cosa sbagliata – a prescindere dal momento, che in tal caso è irrilevante – avrai completato il tuo percorso spirituale. Solo, per favore, tra l’umanità da riformare non inserire anche me, perchè – socialista da una vita – a torto od a ragione non gradisco che gli ultimi arrivati, un secondo dopo essere pervenuti dove ero io da un secolo o quasi, mi insegnino perchè devo essere quello che sono sempre stato e perchè ho sbagliato ad essere, in anticipo, ciò che solo ora era il momento di essere. Scusa, ma da socialista, tu capisci, sono peggiore delle cose sensate che a volte, involontariamente, mi scappano dette (v. tuo post del 27.03.08).
C’è davvero qualcosa che non va, là fuori, caro Francesco.
Ma spesso è il suo bello.
(pronto per il tour de force?)
io direi (anche alla luce di questi commenti successivi) che voi due non state affatto bene.