Adelante, adelante
Luciano D’Alfonso, sindaco di Pescara nonché segretario regionale del Pd, è libero. Dopo averlo interrogato, i magistrati hanno riconosciuto che non c’era ragione di tenerlo agli arresti domiciliari, ripetendo però che “il quadro indiziario resta gravissimo”. Ma persino Giuseppe d’Avanzo, oggi, trova che nel loro operato ci sia qualcosa che non va. Di più, lo dice persino Veltroni. Adesso.
Nel frattempo, a quanto pare, Di Pietro ha cambiato linea, almeno su suo figlio. Ieri aveva invitato i magistrati ad andare avanti perché “non c’è figlio che tenga“, oggi dice che se quello che ha fatto suo figlio “venisse considerato un fatto penalmente rilevante”, allora dovremmo “mettere il recinto intorno a tutto il Paese“. Un’interessante distinzione, questa tra fatti “penalmente rilevanti” e fatti “non penalmente rilevanti”, che mi pare pienamente condivisibile, ma che avevo già sentito. E che aveva già sentito anche lui. E non mi pare che l’avesse molto condivisa, allora.
Nel frattempo, i magistrati che avevano messo in galera il presidente dell’Abruzzo Ottaviano Del Turco (assicurando di avere “una montagna di prove”) sono sempre al lavoro, dopo aver chiesto una nuova proroga delle indagini. Dell’inchiesta di Woodcock su un altro parlamentare del Pd, invece, non mi pare nemmeno il caso di parlare: parlano le statistiche sui risultati di tutte le precedenti.
Nel frattempo, attendo con ansia gli sviluppi di altre importanti inchieste che colpiscono le giunte di mezza Italia, come quella su “uso improprio di autoblu” (o del “telefonino di servizio”). Il primo che per Natale mi regala “La Casta – come i politici italiani sono diventati intoccabili” – magari nell’edizione appena aggiornata per le feste, come da sotto-sottotitolo: “E lo sono rimasti” – lo faccio arrestare per concorso esterno in associazione a delinquere di stampo golpista.
Eppure potrebbe essere quasi un buon Natale, su questo cavolo di pianura che già confonde la notte e il giorno, e la partenza con il ritorno, e l’innocente col criminale, ed il diritto col Carnevale. L’arrivo è distante, certo. Ma nonostante tutto, forse, chissà.
Buon Natale.
Forse sarebbe meglio tenere distinto il giudizio dal libro da quelle che – forse – ne sono state le motivazioni e dall’uso che, per certo, se n’è fatto.
Non v’è dubbio che occorra evitare di equiparare giustizialismo e garantismo (mi riferisco ad un altro tuo post) e fare di tutta l’erba un fascio, ma vi sono comportamenti, non penalmente rilevanti …, che comunque fanno schifo. Questo a Di Pietro sfugge, a volte (dipende dal soggetto passivo delle attenzioni, quando si tratta di suo figlio è molto più sottile), ma a te certamente no.
La Casta ha messo in luce sprechi ed abusi che ripugnano: non m’interessano le intenzioni da cui – forse – erano mossi gli autori, preferisco conoscerle queste cose.