La castrazione etica
Alla barbara, medievale e inumana proposta leghista sulla castrazione chimica per gli stupratori il Partito democratico si oppone con fermezza, giudicandola, per l’appunto, una “barbarie”. Personalmente, non potrei essere più d’accordo. E non da oggi, al contrario del Pd, che l’anno scorso – in quella fantastica campagna elettorale di cui ancora oggi tutti ci dicono ogni bene – si schierò a favore della castrazione chimica per i pedofili, salvo eventuali problemi “tecnici” comunque da approfondire, come l’allora segretario Walter Veltroni dichiarò in conferenza stampa. Intendiamoci: l’uscita dal Medioevo mi pare comunque un apprezzabile segnale di discontinuità e sono felice di renderne merito al nuovo gruppo dirigente e al nuovo segretario del Pd. Ma se di barbarie si tratta, l’assenso dato ieri a quella che oggi gli stessi dirigenti del Pd giudicano tale, e in particolare il silenzio-assenso di ognuno di loro, pesa. E pesa anche il silenzio-assenso di tanti intellettuali, giornali, giornalisti e osservatori sempre pronti a riempirsi la bocca di questioni morali, ma solo quando siano sicuri di essere in buona compagnia. Un comportamento che oggi, questo no, non dovrebbe passare sotto silenzio. E non solo per una “questione morale”, ma perché è proprio qui – in questa specie di castrazione etica – la prima radice di tanti problemi della sinistra, e soprattutto dell’Italia.