Giornate difficili
Avendo cominciato la giornata con un dibattito televisivo alle ore 7 e 45 antimeridiane, come capirete, mi sento un po’ stanchino. E anche leggermente esaurito, ma non tanto per la levataccia. Il fatto è che ho passato settimane a discutere con tanti illuminati politici e intellettuali di sinistra sul referendum elettorale. E tutti mi hanno spiegato che Berlusconi – ma figurati! – non può certo permettersi di rompere con la Lega. E figurati se poi non si cambia comunque la legge elettorale. E figurati se Berlusconi mette a rischio il governo per giocarsi tutto alla roulette. E insomma, per farla breve, figurati se succede tutto quello che sta succedendo, adesso. Naturalmente, continuo a sperare che alla fine il quorum non si raggiunga, e non se ne parli più. Vorrei però invitare tutti a meditare sulla straordinaria chiarezza delle parole del Presidente del Consiglio (“Voterò Sì: favorisce il partito più forte e io non sono mica masochista”) e a riflettere pure su altre parole da lui pronunciate in quella stessa occasione, circa il fatto che non sta scritto da nessuna parte che per cambiare la Costituzione occorre il consenso dell’opposizione. Perché è vero, nella Costituzione sta scritto semplicemente che per farlo occorre una maggioranza dei due terzi. Con meno dei due terzi del parlamento, scatta il referendum confermativo (come per la precedente riforma, bocciata dagli elettori nel 2006); se invece i due terzi ci sono, niente referendum, la nuova Costituzione entra subito in vigore. E in un parlamento eletto con la legge che uscirebbe dalla vittoria del Sì, e cioè con il 55 per cento dei seggi al primo partito (e non più alla coalizione), quella di Berlusconi è praticamente una certezza: il contributo dell’attuale opposizione non servirebbe proprio.
Hai mai pensato di aprire una rubrica intitolata “self fulfilling prophecies”?
ma questa legge elettorale di cui tu parli qui entrerebbe automaticamente in vigore se vincesse il Sì?
a Knut: stai dicendo che secondo te, se non glielo spiegavo io con i miei articoli, Berlusconi non ci arrivava?
a Paolo Costa: hai colto il punto.
Io no, ma secondo me alla Mogherini il dubbio deve essere venuto.