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Il Pd sposa la linea del Governatore

30/05/2009

Roma. Nonostante l’unanime consenso manifestato in tutte le dichiarazioni ufficiali da maggioranza e opposizione, le considerazioni finali pronunciate ieri da Mario Draghi non hanno eluso questioni politicamente controverse. Ma le ragioni della campagna elettorale, a una settimana dal voto, prevalgono su tutto. Così, se Silvio Berlusconi dichiara di apprezzare la relazione, che giudica “positiva e attenta all’ottimismo”, l’opposizione ne sottolinea al contrario i dati più preoccupanti. “In Italia – dice il Governatore della Banca d’Italia – la crisi mondiale determinerà una caduta del pil di circa il 5 per cento quest’anno”. In Europa si prevede una caduta del 4 per cento – osserva Massimo D’Alema – dunque la relazione smentisce il presidente del Consiglio, che “ha continuato irresponsabilmente a dire che la crisi riguardava tutto il mondo ma non l’Italia, perché c’era lui che faceva da santo protettore”.
Il consenso del principale partito di opposizione non si ferma alla diagnosi. “Abbiamo un governatore che sa prendersi le responsabilità, non solo delle analisi ma anche delle proposte. Il governo farebbe bene ad ascoltarle”, dice Pier Luigi Bersani. “Sulle riforme strutturali per uscire dalla crisi e sull’adozione di misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza – assicura Dario Franceschini – siamo pronti a collaborare in Parlamento”. Nel campo dell’opposizione, qualche parziale distinguo viene soltanto da Paolo Ferrero. Giusta la proposta di intervenire sugli ammortizzatori sociali – dice il segretario di Rifondazione comunista – inaccettabile, invece, l’innalzamento dell’età pensionabile.
Più volte protagonista di polemiche durissime con il governatore della Banca d’Italia, questa volta Giulio Tremonti ha preferito invece giocare d’anticipo, con un’intervista pubblicata proprio ieri sul Sole 24 Ore. “Finora la priorità è stata la tenuta di sistema e, tuttavia, già stiamo lavorando per una fase due, quella della spinta e delle riforme”, ha detto il ministro dell’Economia. “E lo faremo – aggiunge – non sotto l’impulso degli slogan, delle denunce, dei rapporti shock, ma sulla base dei dati oggettivi e discutendo prima con le parti sociali”. Parole che somigliano molto a una difesa preventiva (se non proprio a un “first strike”), tanto sul piano della diagnosi – l’allusione ai “rapporti shock” da cui il governo non si farà condizionare – quanto sul piano della terapia indicata da Draghi con il suo appello alle riforme strutturali, dal mercato del lavoro alle pensioni. Appello che segue a breve distanza, peraltro, quello già lanciato dalla Confindustria. Ci stiamo già lavorando, sembra dire Tremonti. E lo stesso ripete il presidente del Consiglio: “Siamo qui a lavorare per questo e abbiamo intenzione di fare tutto ciò che è necessario nei tempi più brevi”.
Il governo finge di non capire, attacca l’opposizione; l’opposizione strumentalizza e distorce le parole del Governatore, replica il Pdl. Ma anche nella maggioranza emerge qualche dissenso. Dopo una prima dichiarazione di apprezzamento, infatti, il ministro Roberto Calderoli precisa: “Ho condiviso l’analisi del Governatore sulle riforme, in particolare quella sul federalismo fiscale. Discutibile è invece la sua posizione a difesa delle banche: sono le imprese che devono essere difese dalle banche; banche che, in questo periodo, devono essere vigilate, anzi vigilate speciali”. Tra tanti elogi del Governatore, anche da parte dei sindacati, le parole del ministro leghista spiccano per la loro asprezza, ben oltre i garbati distinguo dello stesso segretario di Rifondazione comunista.
“Sull’articolo 47 della Costituzione – dice Calderoli – ci aspettiamo meno lezioni e più ispezioni, a partire magari da San Marino”. Una dichiarazione in cui è difficile non vedere un segno del consolidato rapporto della Lega con il ministro dell’Economia. Tremonti non sembra intenzionato a riaprire direttamente lo scontro con il Governatore. “In questi ultimi anni l’azione di Banca d’Italia è stata ineccepibile”, riconosceva nella sua intervista di ieri al Sole 24 Ore. Ma a domanda sull’imminente relazione di Draghi e sul suo previsto appello alle riforme, Tremonti non si limitava a mettere le mani avanti. “Come c’è la divisione dei poteri nella Costituzione – rispondeva il ministro – così c’è e deve esserci la divisione dei ruoli tra governo e autorità tecniche… La sovranità appartiene al popolo e, nel bene e nel male, la responsabilità politica è del governo”. (il Foglio, 30 maggio 2009)

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