Le mani nelle buste paga degli italiani
09/06/2010
Da qualche giorno volevo scrivere qui una piccola ode a Giovanni Floris e lo faccio adesso. Non che abbia per lui una particolare passione, ma qualche giorno fa, durante la puntata di Ballarò dedicata alla finanziaria, mi ha strappato una vera e propria ovazione, quando ha posto finalmente al ministro Tremonti la domanda più elementare. A memoria: che differenza c’è tra “mettere le mani nelle tasche degli italiani” con le tasse e farlo bloccandone gli aumenti di stipendio? Dal punto di vista del lavoratore, sempre cento euro di meno in tasca sono, o no?
In verità, com’è ovvio, la differenza c’è, eccome. E sta tutta nella scelta delle “tasche” che si intendono svuotare. Una scelta che è sempre molto accurata.
3 commenti
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Ok, ineccepibile in linea di principio e non mi azzardo a contestarlo ma….
Sarà mica che a sto giro stanno fermi perchè hanno già avuto?[1]
E sarà mica che hanno avuto il 30% circa in più del settore privato?[1]
E sarà mica che, a quanto si dice, sempre rispetto al settore privato la produttività lasci, anche solo un pelino, a desiderare?
Insomma, anche io sarei per chiedere qualcosa ANCHE ad altri, epperò mica è sempre domenica. Forse è vero che hanno scelto le tasche con cura, ma lo hanno fatto per tanti anni, scegliendo le stesse tasche e per riempirle più delle altre.
[1] Fonte ARAN
tutto giusto (o quasi). manca solo un dettaglio: si tratta, in molti casi, di stipendi da 1.200 euro al mese, o giù di lì. è un dettaglio che fa una certa differenza, nel merito, o no?
Beh, certo che fa differenza guadagnare 1200 al mese o…..alla settimana o al giorno. Ma credi che nel privato guadagnino tutti come Montezemolo? Sai quanti ne conosco che guadagnano 1200 euro al mese, spesso senza neanche i contributi e licenziabili in un attimo?
Secondo te una commessa in centro a Roma quanto guadagna? E che garanzie ha sul futuro? Perchè anche il posto e lo stipendio garantiti, fino alla pensione (a volte persino se rubi), varranno pure qualcosa no?
Poi vabbè, in fondo l’argomento non è altro che la solita trita e ritrita guerra tra poveri, ed è davvero orribile. Considero una fortuna non consueta che, qui da te, di cose simili si riesca almeno a parlarne civilmente.