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Incoscienza di classe

17/05/2014

Nel documento inviato al ministro Boschi da Gustavo Zagrebelsky, di cui Repubblica pubblica oggi un’ampia sintesi, l’insigne costituzionalista sembra proporre l’istituzione di una sorta di Camera dei Lord, la quale, nei casi “in cui ritenga essere a rischio i valori permanenti che rientrano nella sua primaria responsabilità”, potrebbe chiedere l’attivazione di una procedura bicamerale paritaria.

Ma come dovrebbe essere composto questo nuovo Senato? Scrive Zagrebelsky, senza che una sola goccia di ironia s’intrometta a turbare la cristallina linearità del suo ragionamento: “Nei Senati storici, a questa esigenza corrispondeva la nomina regia e la durata vitalizia della carica: due soluzioni, oggi, evidentemente improponibili, ma facilmente sostituibili con l’elezione per una durata adeguata, superiore a quella ordinaria della Camera dei deputati, e con la regola tassativa della non rieleggibilità”. A ciò, naturalmente, si dovrebbero “accompagnare requisiti d’esperienza, competenza e moralità particolarmente rigorosi, contenute in regole di incandidabilità, incompatibilità e ineleggibilità misurate sulla natura dei compiti assegnati agli eletti”. E poco dopo, a conferma della mia interpretazione, aggiunge: “Questo, sì, sarebbe un Senato attrattivo per le forze migliori del nostro Paese che il reclutamento partitico della classe politica oggi tiene ai margini”.

Tutto chiaro? A me, per la verità, no. Per esempio mi piacerebbe sapere, secondo Zagrebelsky, se e come è immaginabile che un operaio, un operatore di call center o un disoccupato qualunque possa mai disporre dei suddetti “requisiti d’esperienza, competenza e moralità particolarmente rigorosi” (e, immagino, universalmente riconosciuti). Se e come un solo bracciante, una sola badante o un solo conducente di autobus possa mai rientrare anche solo tra quelli che dovrebbero giudicare di simili requisiti. Con tutti i suoi limiti, nel corso degli ultimi settant’anni, il “reclutamento partitico della classe politica” (per gli amici: democrazia rappresentativa) ha garantito proprio questo. Ma se in nome della questione morale dobbiamo proprio istituire un consiglio dei guardiani che metta sotto tutela parlamento e partiti, sinceramente, mi sentirei più garantito dalla nomina regia.

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