Andiamoci piano
Non so a voi, ma a me, vedendo ripartire all’istante il dibattito sui social network tra teorici, negatori e promotori dello scontro di civiltà, praticamente un minuto dopo la strage di Charlie Hebdo, la prima cosa che è venuta in mente è che ci stanno anche loro, gli invasati che compiono simili atrocità, sui social network. E ho pensato che sarebbe bello – e forse non è poi tecnicamente così difficile (voglio dire: di sicuro dovrebbe essere più facile che clonare una pecora) – se invece del solito ginepraio di opinionismi più e meno sballati, a cominciare dai miei, quegli invasati si trovassero di fronte all’improvviso una gigantesca, uniforme, interminabile muraglia di tweet tutti uguali, che dicessero una cosa tipo: “Francesco Cundari sta osservando un minuto di silenzio”. Messaggio che al posto del solito tasto retweet dovrebbe ovviamente essere seguito da un tasto “join”, oltre che dal buon senso di restarsene zitti un po’ più di sessanta secondi (questa mi sa che è la parte tecnicamente più difficile). Senza nulla togliere, ovviamente, al sacrosanto diritto di tutti noi di ricominciare un minuto dopo (meglio ancora qualche ora dopo) ad analizzare, disquisire e accusare, strumentalizzare, denunciare le altrui strumentalizzazioni e criticare la mancanza di autocritica da parte degli altri. Ma a mente, quando possibile, fredda. Ecco, se avete un uccellino a cui suggerire una simile invenzione, ammesso che non sia stata già inventata e abbandonata per manifesta impraticabilità del campo, diteglielo. Hai visto mai.
Fortunatamente, c’è gente che crede che dare una presenza personale diretta in piazza sia il modo migliore per ribadire le cose che dici tu. Considerato anche che la tv resta ancora il media più caldo del pianeta. Ciao
Scendere in piazza di persona è senza dubbio la risposta migliore, su questo non si discute.