Se parlassimo come scriviamo
La mia mamma è sul piede di guerra. L’allarme è scattato ieri, quando lei, esasperata dai miei continui stop and go, ha levato alto il suo monito. “Se ti dovessi dimenticare del mio generoso invito anche stavolta – pare mi abbia detto mia madre – sappi che la bistecca sarà solo l’ultima delle cose che butterò nella spazzatura”. L’allusione, sostengono i bene informati, sarebbe da ricondurre ad alcune pile di carte, libri, riviste, pupazzi e altri oggetti non identificati che ancora ostruirebbero la viabilità in diverse parti della casa che pure, a quanto risulta, io avrei lasciato ormai da diversi anni. Lacci e lacciuoli che alla lunga, inevitabilmente, avrebbero spinto la mia mamma a insorgere, come un sol uomo, contro di me. “Sono gli onori e gli oneri della maternità”, pare abbia replicato – stando almeno alle ricostruzioni più attendibili – nella concitazione di uno scontro al calor bianco, al telefono, io.