Prime impressioni
Per questioni di formazione, considero il rito dell'”analisi del voto” una cosa seria, che richiede tempo e pazienza. Non avendo avuto ancora né l’uno né l’altra, non ho detto quasi nulla sull’esito delle elezioni. Quindi mi limito ad alcune impressioni, che probabilmente correggerò quando avrò modo di verificarne il fondamento sulla base dei numeri. La mia prima impressione, però, non credo potrà essere smentita dall’analisi dei flussi o da altre diavolerie, ed è che quella del 13 e 14 aprile sia stata una delle più grandi, epocali, drammatiche sconfitte nella storia della sinistra italiana, che pure ne è ricca (come già paventavo qui). La seconda impressione è che in campagna elettorale non ci sia stata alcuna rimonta, anzi. La terza è che a sfondare al centro sia stato Berlusconi, mentre il Pd non solo non gli rosicchiava neanche mezzo voto, ma al contrario ne perdeva a suo favore, compensando le perdite a spese della Sinistra Arcobaleno (di nuovo: altro che sfondamento al centro).
Ed aggiungerei che gli altri voti persi dalla sinistra arcobaleno sono andati alla Lega ed all’astensione. Una qualche spiegazione ci sarà. Si potrebbe cominciare dall’articolo di Sapegno su Guastalla (la Stampa di oggi), o da quello di Ricolfi (sempre la Stampa). Detto ciò, senz’altro sbagliando, vincere senza riuscire a governare, sarò monotono, non ha senso. Le due “vittorie” di Prodi sono state sufficienti, è ora di cominciare a capire, oltre ai flussi, anche il perchè. E cominciare parlandone con Casini non mi sembra il massimo: ai Parioli non vanno al mercato, dove i voti, invece, si muovono.