Cambiare il mondo, poi rimetterlo a posto e poi ricominciare da capo
Non è che sono cattivo, non mi disegnano così e non ho nemmeno avuto un’infanzia difficile. E’ vero che tendenzialmente ho un’opinione piuttosto definitiva – e in genere, va bene, piuttosto bassa – di qualunque argomento-fatto-persona si parli. Ed è vero che puntualmente, alla classica domanda: “Va bene, allora dicci un cosa-fatto-persona che ti piace”, cado regolarmente in un silenzio smarrito. Mai che sia capace di pensarci per tempo, prepararmi una risposta o almeno chiudere il discorso con una battuta qualsiasi, invece di restarmene imbambolato per infiniti secondi, ogni volta, ogni volta illudendomi di potercela fare, perché figurati se non ne ho a bizzeffe di cose-fatti-persone che mi piacciono un sacco. Certo che li ho. E comunque sia, anche se non ce li avessi, è l’argomento tu-allora-cosa-proponi che non mi convince, non mi ha mai convinto, neanche all’asilo. A volte, e sospetto fortemente che siano la stragrande maggioranza delle volte, l’unica proposta sensata è semplicemente non fare nessuna delle cose proposte, non prendere sul serio nessuno dei fatti di cui si discute, non dare retta a nessuna delle persone interpellate, o prese a modello, o direttamente coinvolte nel processo decisionale. Magari è una tesi che mi sono tagliato su misura per il mio carattere – che è comunque un pessimo carattere, ne convengo – ma ho il forte sospetto che la storia dell’umanità sarebbe stata molto diversa, e ci saremmo risparmiati un bel po’ di massacri, tragedie e trasmissioni inutili, se solo ci fossero state in giro un po’ più di persone capaci, al momento buono, di dire semplicemente: “Io, per prima cosa, proporrei di non fare stronzate, che mi pare già un buon inizio”. La verità è che non sono io quello a cui non va mai bene niente. E’ proprio il contrario: siete voi.
Intendiamoci. Non è che io non sia per cambiare il mondo, cambiare la vita, cambiare i regimi oppressori o cambiare regime alimentare. E’ solo che per farlo vorrei una motivazione migliore del fatto che sennò ci si annoia. Anche perché – e questa è la vera grande verità universale che volevo regalarvi stasera – il mio autentico, profondo e inconfessabile sospetto è che il mondo così com’è (non un granché, obiettivamente) sia così proprio per questo semplice e deprimente motivo: la tirannia dei ciclotimici.
Cundari, non so se ne hai contezza ma, quando fai così, sei terribilmente sexy.
anni e anni di preparazione, che ti credi
la tirannia dei ciclotimici è una delle interpretazioni della storia più convincenti che mi sia mai stato dato di sentire
a proposito (di recenti risposte leggermente sopralerighe-sovradimensionate-e-forse-soprattutto-superflue), a pensarci bene, mi sa che sono un filino ciclotimico pure io
a commenti superflui, risposte superflue. bene così
Caro Francesco,
anzitutto consentimi di esprimerti la mia più viva ammirazione per la tua attività giornalistica. Apprezzo la tua cifra stilistica, reputo sbalorditiva la tua capacità “interdisciplinare” di interagire con gli accadimenti della politica. Bravo davvero, leggerti è un piacere da coltivare con parsimoniosa bramosia, specie a letto, prima di coricarsi.
Ho 30 anni, sono un autodidatta che legge cinque quotidiani ogni giorno e vanta una media di circa 300 libri letti l’anno. Controllare statistiche della biblioteca civica di Varedo. Da quando sono nato coltivo l’aspirazione di esercitare la professione di giornalista. Insomma la faccio breve: dimmi, come si fa a entrare nelle grazie del nostro benemerito Elefantino? Lavorare al Foglio per me sarebbe sufficiente a farmi morire contento.
di solito la nicotina fa miracoli, potresti provare…
per crocifisso: le mail le legge, scrivigli
Crocifisso Dentello: con un nome così (se è il tuo vero) Ferrara ti piglia di corsa…
Mi interrogavo sulla validità maieutica (nulla veritas sine maieutica, nulla maieutica sine maieuticazza) del “de consolatione philosophiae” del gran filibustiere Boezio Alicarnassae, preclaro anti – maieuticone. Allorchè mi stavo interrogando anche sull’opportunità di replicare al sig. Boezio con un leggero pamphlet fischè (cattleya) dal titolo: “amica maieutica, sed magis amica maieuticazza”, J. F. Socrate edition.
Poi lessi questo maieutico brano del celeberrimo quadernino promossomi caldamente dal mio mentore di eia eia alalà Buscè, al secolo T. M. G. Green Fields ed in particolare fui colpito dal concetto, tipicamente vecchionesco dal punto di vista maieutico – epistemologico, della rivoluzione e della spinta volitiva ad un mondo migliore, magari veltrusconiano in salsa moscardiniana, causata dalla noia. Allorquando mi venne a noia la maieutica; mi venne a noia il quadernino (anche la mia quantomai pregevole persona ha, boezio cagnolo, un caratteraccio); mi venne a noia Edoardo Olifantelli detto il negro per la sua nota mancanza dell’anima; mi venne a noia Boezio; mi venne a noia la Puia; mi venne a noia l’università; mi venne a noia un mondo migliore; mi venne a noia quel wordpress angusto che è Odifreddi. Mi resto solo il mio amato cribbium empolese, Igli Green Fields: che morte mi colga, Caino ladro.
eh franceesco, francesco lo vedi che hai bisogno di carezze, e togli pure il fintamente
be’, il malva ha ragione (del resto accade spesso)