I dissociati
A quanto pare, nemmeno era finita la manifestazione che già tre quarti dei promotori se ne dissociavano. Antonio Di Pietro, per esempio, si dissocia dagli attacchi “al Quirinale, al Papa e al Pd”. Furio Colombo pure. Come se Beppe Grillo e Marco Travaglio avessero detto alcunché di diverso da quello che hanno sempre detto. Come se il problema fosse Sabina Guzzanti, che ha invece il merito di avere messo tutti gli astanti dinanzi allo specchio, di fronte alla conclusione ultima e inevitabile delle loro premesse ideologiche e culturali: l’isterismo politico. Tra tutti coloro che questa suburra hanno consapevolmente aizzato – perché è su questo che campano a spese della sinistra italiana da quindici anni a questa parte – e che ora se ne dissociano ritirando la mano con la faccia del bambino che capisce all’improvviso di averla fatta grossa, Sabina Guzzanti mi sembra l’unica degna di compassione. Ma dovrà accontentarsi della mia, perché da domani sono sicuro che di compassione ne raccoglierà ben poca. Al contrario di quegli altri, che invece saranno subito riabbracciati nella nostra allegra e indulgente famiglia, come al solito, e per primi da quei giornali che sono in fondo i loro cattivi genitori. E che tutto questo hanno insegnato, incoraggiato e premiato. Troppo a lungo.
diciamo che hai ragione però a volte ho la sensazione che ti stia dissociando tu. dalla sinistra intendo, poi certo posso sbagliare
Perchè, quella in piazza ieri era la sinistra? Poveri noi. Fortuna che ogni tanto leggo Francesco Cundari: se solo avesse la forza di tenere distinto un progetto che non ha alternative (Rifare l’unione? Accordarsi con l’UDC? Rispolverare la Lega costola della sinistra? Inseguire Di Pietro?) da chi è stato malauguratamente chiamato a gestirlo (anche dai preferiti di Cundari), uno (non lo nomino, come usa fare lui) che prima si apparenta solo con Di Pietro e poi, tra i tanti esempi possibili, commenta il “lodo Alfano” sostenendo che “potrebbe anche andare bene, ma dalla prossima legslatura”, Cundari sarebbe perfetto. L’incaricato, quello che parla a Spello ma della politica non riesce nemmeno a fare lo spelling, non si rende nemmeno conto che se il “lodo Alfano” va bene, come ritengo anche io sulla scorta di tanti esempi in giro per il mondo, non se ne può escludere l’applicabilità anche a Berlusconi, se non al prezzo di rinnegare quel principio di uguaglianza (art. 3 Cost.) che si afferma a parole di volere difendere.
sinistra non era, per qualcuno forse sì: quella che di sé butta in piazza la frangia non dico peggiore ma la meno interessante, diciamo così. sul fatto specifico gli do ragione, lascia però stupefatti la voglia di una certa sinistra di non battersi o di farlo male
Io ho una gran voglia di battermi (metaforicamente, s’intende) contro la destra forcaiola, populista, antidemocratica, ovunque e comunque si presenti: nella Lega, nel Pdl o nel Pd su criminalità-zingari-immigrazione, o nelle campagne contro “la casta” del Corriere della sera e di Montezemolo, o di Espresso e Repubblica, seguiti (non certo guidati) da Flores-Travaglio-Di Pietro e soci. Insomma, non ne faccio una questione di calcolo, non lo dico perché secondo me così vinciamo, perché andare appresso ai girotondi non conviene o altri ragionamenti (più che legittimi) di questo tipo. Ne faccio proprio una questione di principio.