Il discorso pubblico
15/07/2008
Poco fa mi è capitato di ripensare ai fatti del G8, ad altre recenti polemiche politico-giudiziarie (fortunatamente meno tragiche) e a tante altre cose. Ma soprattutto al dibattito tra difensori del diritto dei manifestanti di prendere a sprangate i poliziotti e difensori del diritto dei poliziotti di ammazzare di botte i manifestanti – in entrambi i casi, sia chiaro, non all’interno e nella concitazione di uno scontro di piazza, ma con appositi assalti. Ecco, ripensavo a tutto questo e mi chiedevo se davvero i problemi politici di cui discutiamo tanto siano poi, al fondo, problemi politici.
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A volte mi chiedo, pensando a Genova: chi ha attaccato per primo? E poi aggiungo: dopo ci sono stati altri disordini comparabili a quelli? E quando, nel soliloquio oggettivamente deprimente, mi rispondo “i manifestanti” al primo quesito e “no” al secondo, non riesco a fare meno di solidarizzare coi poliziotti e coi carabinieri, e, sai una cosa?, non me ne vergogno affatto e lo trovo, anzi, del tutto naturale e praticamente inevitabile. Se vuoi definiscimi pasoliniano, ma fra i “bravi ragazzi” della borghesia di ogni dove venuti – coi capelli da rasta e la mise finto stracciona ed in realtà griffata – a fare casino ed a distruggere da noi, da un lato, ed i “cattivi ragazzi” in divisa provenienti dalla povera gente che si fanno sprangare per me, dall’altro, scelgo i secondi, tutta la vita.
Veramente, gentile Cundari,
all’interno di uno scontro di piazza gli unici che hanno il diritto di battersi sono le forze dell’ordine. I manifestanti questo diritto non lo hanno…
Roger-Marin
P.S. il piano, anche da un punto di vista giuridico, non è fortunatamente lo stesso.
faccio presente che quando parliamo dei fatti di bolzaneto, non parliamo di uno scontro di piazza… anzi, non parliamo proprio di uno scontro, ma di torture fisiche e psicologiche e di violenza gratuita da parte delle forze dell’ordine del nostro paese nei confronti di manifestanti fermati pescando nel mucchio(non sarebbe stato meno grave, però, se le persone pestate a bolzaneto o alla scuola diaz fossero davvero responsabili di qualcosa..in uno stato di diritto, le forze di polizia non avrebbero comunque dovuto comportarsi così). un mucchio che, e la cosa è evidente a tutti, era pesantemente infiltrato da provocatori(e ci sono testimonianze e immagini molto eloquenti al riguardo, se mai non bastassero la storia e la logica), dove per altro le frange più violente non sono state attaccate dalla polizia che ha preferito prendersela con il corteo pacifico dei manifestanti(provando ad alzare la tensione a colpi di lacrimogeni, cariche e bastonate), mentre i blackbloc devastavano la città. non si tratta di fare il tifo per i poliziotti o per i manifestanti: non è pasolini, è il solito modo di cercare di individuare i buoni e i cattivi(molto rassicurante, immagino) legittimando questa valutazione sulla base di presunti fatti, interpretazioni unilaterali del diritto e eventuali accostamenti storici decisamente sfasati rispetto alla situazione di cui parliamo. non penso che quello che è successo a bolzaneto o alla diaz sia il metro con cui giudicare le forze dell’ordine nel nostro paese: si tratta di capire chi dava gli ordini, come mai è stato ordinato un atto di violenza gratuita come il blitz alla scuola diaz e chi ha impartito l’ordine, come mai alcuni dirigenti delle forze dell’ordine si sono preoccupati di portare dentro la diaz un po’ di molotov preparate in questura, come mai in questa occasione è stata derubricata a cosa normale(prima poi ci diranno che è stata una ragazzata e che è colpa di quattro poliziotti) una sospensione dello stato di diritto come quella che si è vista alla caserma di bolzaneto, che ruolo hanno avuto i rappresentanti del governo di allora nella gestione di tutta questa partita. quel movimento sbagliò tante cose, e andò credo giustamente incontro ad una fine ingloriosa, proprio per come funzionava e per chi tirava le fila, tanto che il social forum a firenze andò in maniera del tutto diversa. ma sono giudizi politici su un movimento politico. un movimento politico si può contestare, ignorare, evitare, contrastare politicamente se si ritiene di farlo. le forze dell’ordine hanno un ruolo diverso, rappresentano e amministrano la forza legittima dello stato nei confronti dei cittadini, e tutti i cittadini hanno il sacrosanto diritto di pretendere che questa forza sia amministrata e, nel caso, somministrata nel rispetto della legge e delle libertà garantite dalla costituzione.. ne va della credibilità delle nostre istituzioni(e già parlare di credibilità delle istituzioni in italia fa scappare dal ridere, di questi tempi) e dello stesso stato di diritto. non vi pare, roberto e roger-marin, di essere un tantino ideologici? date l’impressione di giudicare e analizzare i fatti partendo dalla vostra tesi e non da quello che è successo. solo che non si tratta di discettazioni economiche o fini analisi politiche: si parla di “macellerie messicane”..
Mi sono riletto il mio commento e devo dire che mi sembra pratico e per niente ideologico, a differenza del tuo. In ogni caso, è evidente che io sono il meno titolato per giudicare quello che scrivo. Ciao
Caro Roberto, invece di dimostrare cotanta ignoranza e anzichè risponderti in ciò che a ragione chiami “deprimente soliloquio”, prova ad informarti e vedrai che la risposta alla prima domanda, quando non fabbricata ideologicamente, così come ha giustamente affermato Marco (perchè dubito che sia frutto della conoscenza di ciò che accadde), sarà di segno totalmente opposto a quella che ti sei indipendentemente (dai fatti) dato.
Di più, è decisamente fuori luogo il tuo richiamo a Pasolini, anacronistico nel merito, ma soprattutto palesemente frutto di ciò che ormai, dopo la prima dotta citazione di chi si ricordava del pasoliniano j’accuse, è miseramente divenuto un luogo comune del giornalismo e dell’opinione pubblica in generale visto che viene citato in ogni occasione di disordine, persino quando ci sono scontri tra Ultras scatenati e poliziotti, dimostrando tristemente la capacità poco spiccata e tutta italiana del discernere tra eventi diversi e particolari ed evidenziando la tendenza, anch’essa tutta italiana, a fare di tutta un’erba un fascio.
Inevitabilmente, quando definisci figli della povertà i poliziotti, e borghesi finto straccioni i manifestanti, cadi nel pregiudizio negativo, generalizzando su due categorie sociali che sono molto più eterogenee di quanto vuoi far credere. D’altronde il pregiudizio è figlio dell’ignoranza, ovvero della non conoscenza, ed è una reazione comprensibilmente umana al confronto con il diverso, laddove il primo diviene necessariamente scontro volto alla difesa del proprio gruppo (e quindi identità) di appartenenza.
Infine, il fatto che manifestazioni di tal genere non si siano più verificate (di quale genere poi, visto che se conoscessi i fatti sapresti che i manifestanti non hanno attaccato nessuno) non giustifica certo la portata violenta dell’azione poliziesca.
Anche a me, quando penso a Genova, viene in mente tutta quella gente provenuta da ogni dove a manifestare pacificamente contro un’istituzione che non ha ragione politica di esistere (questo è un altro discorso) e subito dopo mi chiedo cosa pensassero tutti quegli stranieri che, abituati a vivere in uno stato di diritto, giunti in Italia, sono stati vittime di torture e manganellate di stampo sud-americano.
Vi pregherei di non mettermi in bocca parole che non ho pronunciato.
Ho solo fatto un’osservazione sul fatto che, mentre al di fuori delle piazze l’uso della violenza non sia consentito né alle forze dell’ordine né ai manifestanti, negli scontri gli unici autorizzati a battersi siano poliziotti e carabinieri.
Non ho detto, perché non lo penso, che qualora la magistratura accertasse responsabilità penali personali per quello che è successo nella caserma di Bolzaneto e nella scuola Diaz, i responsabili non debbano risponderne.
Ma da garantista aspetto l’ultimo grado di giudizio sia per le forze dell’ordine che per i manifestanti.
Da un punto di vista politico invece non mi è difficile vedere chi distrusse Genova. Non furono i carabinieri ed i poliziotti. Né infiltrati del Mossad o dei servizi segreti.
Postilla: se un prefetto od un questore stabiliscono che io non abbia accesso ad una certa zona della città per un determinato periodo di tempo, non mi metto in testa un casco e mi vesto con delle protezioni per cercare di “violare” la zona. Rispetto l’ordinanza, punto.
Caro Luigi, se come premessa mi dai dell’ignorante poi puoi tranquillamente risparmiarti qualche decina di righe evidentemente inutili a causa della mia incapacità di comprendere. Malgrado “cotanta” eloquenza, ognuno vede la differenza tra un commento, condivisibile o meno, ed un insulto.
Ciao
@Roger: sulla questione giuridica a cui fai riferimento sono d’accordo con te, ma aggiungo che non solo fuori dalle piazze, ma anche all’interno delle piazze l’uso della violenza non è consentito nè ai manifestanti nè alle forze dell’ordine, o solo ai secondi, a meno che non vi sia un abuso.
>Da un punto di vista politico invece non mi è difficile vedere chi distrusse Genova. Non furono i carabinieri ed i poliziotti. Né infiltrati del Mossad o dei servizi segreti.
Modo retorico per dire che furono i manifestanti? Poichè in tal caso ti consiglio di informarti su come andarono le cose, pensa, ci ha fatto su una trasmissione anche Lucarelli, senza contare i film ed i documentari mai andati in onda in Italia. Però per fortuna c’è sempre YouTube o dio Google. E comunque, cosa intendi dire con “da un punto di vista politico”?
@Roberto: ho motivato la mia opinione sul tuo grado di informazione riguardo al tema, non ti ho dato dell’ignorante esprimendo un giudizio a priori (e tantomeno un insulto, mi spiace).
Inoltre, mi sembra strano doverlo precisare, il termine ignoranza non significa “incapacità di comprendere”, altrimenti t’avrei dato dell’incomprendente. Triste ammetterlo, ma evidentemente le mie dieci righe sono state inutili per davvero.
p.s. è appena uscito questo articolo sul Corriere, in cui si parla dell’indignazione inglese riportata dal Guardian. http://www.corriere.it/esteri/08_luglio_17/g8_diaz_scuola_processo_guardian_b101c490-53fc-11dd-a440-00144f02aabc.shtml
Scrivo “da un punto di vista politico” perché esistono responsabilità giuridiche di cui lascio si occupi la magistratura e responsabilità politiche che invece giudico come cittadino.
Delle devastazioni di Genova hanno la responsabilità politica i Casarini & Co. e quei partiti politici che gettarono benzina sul fuoco, con chissà quale speranza.
Io ricordo ancora Giuliani con in mano un estintore (un estintore), accompagnato da altri esagitati che prendevano a sassate e mazzate i mezzi dei carabinieri. E non erano “black bloc”.
La risposta alla tua domanda è quindi: furono alcuni manifestanti. Dei miei amici manifestarono e sono sicuro che lo fecero civilmente, ma questo non cambia il punto.
P.S. un carabiniere non può massacrare un manifestante solo perché manifesta, ma di fronte ad un’aggressione lo stato gli chiede di reagire con fermezza. Per questo è armato.
@Roger: non ti rispondo male perchè nessuno se lo merita, ti faccio notare solamente che così come ricordi “Giuliani con in mano un estintore (un estintore)”, così probabilmente ti ricorderai di Giuliani assassinato e morto a terra, ti ticorderai della pietra accanto al suo volto e del poliziotto che accusava un manifestante di averlo ucciso tirando la stessa pietra.
Questo per dire che c’è tanto da ricordare, infatti, e che se Giuliani era lì con un estintore tra le braccia non era per volere estemporaneo di un pazzo tra molti, essendo provata infatti la non professionalità (a volte maligna, probabilmente anche di chi diede gli ordini -ricordo a tal proposito che Fini era presente e probabilmente a conoscenza di ciò che stava accadendo-) delle forze dell’ordine, le quali all’inizio fecero cariche contro vecchi e bambini. Tant’è che di un processo nei confronti delle forze dell’ordine si sta parlando e non di altro.
Informatevi invece di parlare per sentito dire che è meglio.
l’estintore giuliani lo prese dopo aver visto un carabiniere puntare l’arma contro altri. ci sono foto a testimoniare. izzo: io mi vergognerei un po’ a leggere i commenti di questo blog.
@Luigi
uno può anche sorvolare il tuo voler insultare due volte il Cundari (btw, il tuo tentativo di battuta sull’uso della parola “incomprendente” è poco riuscito), tuttavia usaci la cortesia di non insultare la nostra intelligenza generalizzando a indignazione degli inglesi un articolo apparso sul Guardian (!). E il fatto che il Guardian condivida la tua indignazione comunque non la rafforza. Magari quando la stessa opinione dovesse apparire sul Financial Times o l’Economist allora potremmo considerarla condivisa fra “gli inglesi”.
@Rosa
comunque da ignorante, mi viene da chiedermi come mai i “manifestanti” si fossero “avvicinati” al carabiniere in un modo da spingerlo a estrarre l’arma. MI sembra che Giuliani non sarebbe dovuto essere nella piazza e non avrebbe dovuto fare quello che lo foto testimoniano. E, no, non mi vergogno a leggere i commenti.
@Marco: Sei lo stesso Marco del commento precedente? Comunque:
>uno può anche sorvolare il tuo voler insultare due volte il Cundari
Io non voglio insultare proprio nessuno, sto esponendo degli argomenti senza alcun pregiudizio, rileggere i miei commenti pls.
>(btw, il tuo tentativo di battuta sull’uso della parola “incomprendente” è poco riuscito)
La battuta non ti avrà fatto ridere, ma una spiegazione era doverosa, visto che anche in quel caso ci si è nascosti dietro alla scusa dell’insulto per non rispondere nel merito.
>tuttavia usaci la cortesia di non insultare la nostra intelligenza generalizzando a indignazione degli inglesi un articolo apparso sul Guardian (!). E il fatto che il Guardian condivida la tua indignazione comunque non la rafforza. Magari quando la stessa opinione dovesse apparire sul Financial Times o l’Economist allora potremmo considerarla condivisa fra “gli inglesi”.
Non ho generalizzato proprio niente (ok, non indignazione politica dell’Inghilterra con protesta ufficiale di Brown, ma indignazione di una parte dell’opinione pubblica, anche se ciò che scrive il Guardian è chiaro e limpido, non ci sono giri di parole), ho solo riportato un link (rimane il fatto che il Guardian è uno dei più autorevoli quotidiani inglesi) per dimostrare come la cosa sia di attualità internazionale e di che portata abbia avuto in Europa e nel mondo (namely abbiamo fatto la figura del regime sudamericano).
>comunque da ignorante, mi viene da chiedermi come mai i “manifestanti” si fossero “avvicinati” al carabiniere in un modo da spingerlo a estrarre l’arma. MI sembra che Giuliani non sarebbe dovuto essere nella piazza e non avrebbe dovuto fare quello che lo foto testimoniano. E, no, non mi vergogno a leggere i commenti.
Per quanto riguarda la successione degli eventi e ciò che accadde a Genova è inutile fare dei giochini retorici su chi si fosse avvicinato prima o similia, basta informarsi. Ho già detto che se ne è occupato anche Lucarelli, per chi volesse combinare l’informazione all’intrattenimento del giallo.
Caro Luigi, non mi sono nascosto dietro la scusa dell’insulto, perchè:
1) non penso di dovere avere necessariamente l’ultima parola, io ho detto la mia e tu hai detto la tua, siamo in democrazia. Vi sono situazioni in cui la distanza è tale che non basterebbe una vita (figuriamoci un blog) per colmarla: sono un cultore del dialogo, ma non credo che faccia miracoli. Per questo, avendo già esposto il mio pensiero ed avendo letto il tuo, ho ritenuto che non fosse il caso di replicare salvo che per rilevare il carattere, secondo me, insultante del tuo commento;
2) basta leggere il De Mauro Paravia, solo per citarne uno, per rendersi conto che ignorante è offensivo in due accezioni sulle tre possibili. Una delle due è quella colloquiale, più diffusa ed utilizzata, per cui la mia ipotesi che fosse un insulto (vieppiù legittima per il ricorso al cotanta: per favore, non spiegarmi cosa significa, grazie) era ragionevole. Se tu invece hai fatto ricorso a quella meno diffusa, quella letterale di derivazione latina, meglio così.
Ciao