Berlusconismi minori
Il lungo e indignato articolo di Eugenio Scalfari su Repubblica ha suscitato un breve e divertito commento da parte di Matteo Orfini, che sul suo blog si è limitato a segnalarne alcune “inesattezze”, come ad esempio quella sul risultato del Pd alle politiche – un terzo dell’elettorato – che secondo Scalfari (e Veltroni) non si era mai visto prima per una forza riformista in Italia, mentre secondo Orfini (e il ministero degli Interni) era stato ottenuto anche nel 2004 e nel 2006, e proprio da quella stessa forza riformista (allora chiamata “Uniti nell’Ulivo”). Peccato che allora, aggiungo io, sui giornali, sui blog e un po’ dappertutto si parlò di fiasco, sostenendo che il 31,1 delle europee fosse la prova di quanto l’idea del partito unico Ds-Margherita fosse una fregnaccia, mentre il 33,1 del 2008 sarebbe la prova del contrario. E vabbè, pazienza (tra l’altro, a onor del vero, non mi pare che Scalfari nel 2004 fosse tra i sostenitori di quella tesi, e quindi nulla quaestio). Nel suo commento, però, Orfini non è entrato più di tanto nel merito politico, storico e morale della profonda riflessione scalfariana, immagino per senso della misura (e lo dico con sincero apprezzamento per i suoi progressi in questo campo), o forse semplicemente perché distratto dall’esilarante trovata dell’autore a proposito del Corriere e di Ernesto Galli della Loggia, definiti rispettivamente come organo e come luogotenente di D’Alema. Eppure il tema avrebbe un certo interesse. Mi limito a segnalare qui i due passaggi-chiave dell’articolo, per chi volesse cimentarvisi:
1) “Ma vorrei anche esprimere qualche opinione sulla politica italiana e in particolare sul centrosinistra. (…) Ci sono tuttavia momenti nei quali la politica evoca di nuovo una scelta morale. Stiamo vivendo uno di quei momenti nonostante la diffusa mediocrità degli apparati e delle oligarchie”.
2) “Berlusconi si è commosso perché Forza Italia è stata sciolta per far nascere nel 2009 il nuovo Partito della Libertà. Lo scioglimento è stato approvato con un dibattito di venti minuti. Berlusconi ha nell’occasione rimproverato la Rai perché «parla solo di crisi e il mio messaggio non riesce a passare»”.
Non escludo di cimentarmici io stesso. Ma per chi volesse precedermi nell’analisi, suggerirei di prendere seriamente in considerazione l’ipotesi che il punto 1 e il punto 2, nella sostanza, siano intercambiabili. E cioè che la filosofia scalfariana del punto 1 sia tranquillamente attribuibile (anche) al Berlusconi del punto 2; e che la concezione del partito (e della democrazia) mostrata dal Berlusconi del punto 2 sia tranquillamente attribuibile (anche) allo Scalfari del punto 1.
P.S. Entrambi i corsivi ai punti 1 e 2 sono miei, ovviamente.
Dopo un attenta riflessione di venti secondi direi che, sì, sono intercambiabili.