Cose che capitano
A volte capita, per puro caso, che ti trovi nel posto giusto al momento giusto. E ascolti dal vivo la nuova proposta, dalle vive parole dei proponenti, per tutta la conferenza stampa. E ti pare una fesseria: tecnicamente inapplicabile, tatticamente controproducente, strategicamente insensata. Però magari ti sbagli. E allora, essendo lì, avendo proprio lì davanti a te tutti i responsabili, domandi, argomenti, chiedi lumi. E tutti, compresi tanti colleghi di cui hai la massima stima, ti spiegano che invece è un’ottima idea, che funzionerà alla grande, che non fa proprio una piega. E così lasci stare, ti tieni i tuoi dubbi, ma chi lo sa, magari sei tu che non capisci. Magari ti fai influenzare da piccole idiosincrasie personali. Forse dovresti sforzarti di guardare le cose da un altro punto di vista, essere più obiettivo, più lucido, più distaccato. Fatto sta che alla fine non ci pensi più, il mondo va avanti e di tutta quella storia ti dimentichi completamente. Fino a quando, oltre un mese dopo, una domanda brilla improvvisa nel buio della tua coscienza assopita: che ne è stato del referendum sul decreto Gelmini? Qualcuno sa dirmi che fine abbia fatto?
Domanda legittima, ma è meglio lasciarlo nell’oblio…
Quella che merita, spero.