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Il che fa di lui, se non altro, un originale

15/01/2009

Ultimamente a Gianni Cuperlo capita sempre più spesso di dire la verità:

L’avete sentito questo modo di ragionare vero? E non una volta sola, ma infinite volte. Faccio l’avvocato del diavolo di me stesso: e aggiungo, “e tu, a fronte di questo vizio tipico della sinistra (discutere di sé e del suo ombelico mentre tutt’intorno il mondo sta crollando), tu ci metti pure la proposta di un Congresso? Ma allora vuoi proprio il “male” della famiglia cui dici di appartenere?”. Eh No. E’ proprio qui che non ci sto più. In questa logica di ricatto. “Fuori piove e tuona (grandina persino) e allora occupiamoci del tempo di fuori che a noialtri ci penseremo dopo”. Posso sbagliare naturalmente, ma in questo modo di ragionare io trovo oramai una delle cause di fondo dei nostri problemi. Perché è proprio il fatto che non facciamo una discussione vera e chiarificatrice su di noi (e sulla nostra politica) che rende meno forte la nostra azione. Meno credibile la nostra offerta di soluzioni e risposte. […] Fingere che non sia così, parlar d’altro, rinviare all’autunno questo chiarimento di fondo, imputare alle divisioni d’antan (o anche attuali) i limiti evidenti della fase attuale, a me pare solo un modo per mettersi dei tappi nelle orecchie e fingere di non sentire l’appello (diffuso) a fare qualcosa. Ad assumerci, ciascuno per la sua parte, le proprie responsabilità.

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