“I can’t believe no one ever wrote a folk song about that”
– Dove sei arrivato?
– Verso la fine della seconda stagione.
– Tre giorni fa eri all’inizio della prima.
– Tre giorni fa non era un finesettimana.
– Hai visto… quante? Trentacinque puntate di fila?
– Immagino.
– Una puntata dura 45 minuti…
– 43. Nei dvd non c’è la pubblicità.
– Fossero anche 40, moltiplicato per 35 puntate, ti rendi conto di quanto tempo fa?
– No.
– Fa un sacco di tempo.
– Dici?
– Ok. Ho preso la calcolatrice. Fa mille e quattrocento. Hai passato mille e quattrocento ore davanti alla televisione…
– Mille e quattrocento ore?
– Minuti. Avevo dimenticato di dividere per 60… fa 23 ore.
– Vedi? Non suona così terribile.
– Per questo intendi ricominciare subito.
– Perché no?
– Già, che differenza fa passare 23, 36 o 48 ore…
– Non ho detto che non faccia differenza.
– Ecco, meno male.
– La differenza principale è che ho finito il gelato. Questo è il lato negativo.
– Non voglio sapere altro.
– Non ho finito le sigarette.
Qui c’è un problema. Avendo da qualche mese intrapreso la lunga strada del “me lo rivedo tutto da capo”, ed essendo ormai tristemente giunto a metà della quarta stagione, appena leggo, come qua, una citazione del periodo d’oro, mi vien voglia di tornare all’inizio. Ma tre volte sarebbe decisamente troppo. Move on…
nei minuti che hai perso a conversare con ‘sto dilettante, avresti potuto vedere un cold open. o rivedere per la N volta gli ultimi 4 minuti del season finale della seconda stagione. o… insomma, ci siamo capiti.
siamo molto fieri sìsì. il prossimo passo è postare direttamente i dialoghi.
certe volte ho l’impressione che la de cinti mi utilizzi come parametro di malasanità mentale. certe volte.
veramente parlavo di me. ma mi fa piacere che ti identifichi anche tu.
però in effetti come parametro dei guasti del nostro sistema sanitario non mi pareva male (immagino che con “malasanità mentale” si riferisse alla legge basaglia)