Dolori cervicali
A volte mi chiedo se il problema fondamentale non sia quello delle parole. Se cioè le parole non offrano troppo comode vie d’uscita, che in realtà non fanno che riportarci al punto di partenza. Penso, per fare solo due esempi, ai medici e ai politici. Per i primi la causa di qualsiasi problema è quasi sempre lo “stress”. Per i secondi, la mancanza di “volontà politica”. Sembra proprio che tutti i nostri peggiori guai, come singoli e come comunità, siano problemi psicosomatici. Quanto al resto, basterebbe un po’ di buona volontà. L’ipotesi che un problema possa avere cause concrete, realmente complesse e degne di attenzione, forse ci fa semplicemente troppa fatica. Come genitori annoiati: hai un problema? Non ci pensare. Non riesci a venirne fuori? E’ perché non ci metti buona volontà. Personalmente, sospetto che alla radice di tutto ci sia la peculiare ricezione della psicanalisi in un paese di cultura cattolica. Lo stress ha preso il posto della provvidenza, i misteri dell’incoscio quello dell’imperscrutabile volontà divina. E in politica qualsiasi problema è interpretato alla luce di simili categorie, in un miscuglio di psicologismo e moralismo. La maggior parte degli editorialisti e persino dei retroscenisti non fanno analisi politica, fanno la predica. E così tutti i principali problemi, dal funzionamento della giustizia a quello delle nostre vertebre cervicali, se ne restano lì intatti, avvolti in un irrisolvibile e sovrumano alone di mistero.
I don’t like the word “stress”. It’s a Madison Avenue word. It’s something that can be cured with flavored coffee and bath bubbles. (Jed B., season 3, episode 14)
Guardi che lo stress non c’entra nulla con la psicoanalisi. Poi il solito lamentoso accenno alla cultura cattolica e il salto pindarico dallo stress alla provvidenza. A volte si vede che lei è ancora un ragazzo.