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Fermate l’epidemia delle intercettazioni

10/03/2009

Dal suo primo annuncio, il disegno di legge sulle intercettazioni che oggi arriva alla Camera ha subito numerose modifiche, e altrettante, verosimilmente, ne subirà durante l’iter parlamentare. Poco male. Lo scontro politico, infatti, non verte sui dettagli, ma sulla sostanza. Riguardo al divieto di pubblicazione, per esempio, si dice che non esista in nessun paese del mondo. Non è proprio così, dipende, ma tralasciamo i dettagli e andiamo al sodo: in nessun paese i giornali sono da anni pressoché quotidianamente inondati delle private conversazioni di politici, imprenditori, vallette, principi e attori – e amici o cugini o fidanzate di politici, principi e attori – quasi sempre estranei, per di più, a qualsiasi ipotesi di reato. Non avendo altri paesi questo problema, non stupisce che non abbiano nemmeno norme particolarmente severe in materia: la vaccinazione obbligatoria, in assenza di epidemia, non è essenziale. L’epidemia ce l’abbiamo noi. La sanzione all’editore del giornale che pubblichi le intercettazioni, in Italia, sembra dunque uno strumento efficace. Ma ci sono già altre misure e sanzioni, più congrue, si obietta. Appunto, ci sono già, e il risultato è questo. Non vi piace questa misura? Proponetene un’altra. Per dirne una: il trasferimento di tutti i responsabili degli uffici giudiziari da cui provengano intercettazioni illecitamente pubblicate, secondo un principio di responsabilità oggettiva che vale in mille altri casi, e non si vede perché non dovrebbe valere anche per i magistrati. (il Foglio, 10 marzo 2009)

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  1. Roberto permalink
    11/03/2009 11:25

    Standing ovation

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