Un impegno preciso
Giovanni Guzzetta: “Io apprezzo lo sforzo di Franceschini, ma il problema del Pd è che è visto in continuità con il passato…”.
Dario Franceschini: “Un momento… ma il Pd è nato con la scelta di rompere il centrosinistra…”.
Questo surreale scambio di battute tra il presidente del comitato referendario e il segretario del Pd è appena andato in onda all’Infedele, suscitando in me le seguenti considerazioni: 1) Se l’obiettivo del Pd era rompere il centrosinistra, che in quel momento si trovava ancora al governo, non era più semplice fondare direttamente il Pdl? 2) Se proprio quella era la vera ragion d’essere del Pd, non sarebbe stato più corretto dirlo prima, a tutti i militanti di Ds e Margherita che come me avrebbero votato lo scioglimento dei rispettivi partiti nel Pd? 3) Di cosa avevano paura? Perché non dirlo subito? L’avessero detto a me, per esempio, avrei avuto una sola obiezione: ma scusate, facciamo un partito apposta per rompere il centrosinistra, e non ci facciamo neanche pagare? 4) Ma poi è proprio vero che il Pd è nato con quella scelta? Io direi piuttosto il contrario.
E pensare che al congresso raccontavo in sezione la storia (e ci credevo pure) che facevamo il PD per rafforzare il Governo…
Forse avevo capito male, era per rafforzare quello che veniva dopo…
Guzzetta sosteneva anche che la prima repubblica sia stata spazzata via dal referendum sul maggioritario. Mica dal crollo del muro di Berlino e da Tangentopoli. No, da Mario Segni.
E’ che, dopo “rompere”, Franceschini non sapeva cos’altro aggiungere ma non gli sembrava adeguato interrompere la frase così.
Una curiosità: fra centro e sinistra ti è sembrato di percepire un trattino, una lineetta?