Ma va bene anche così

Da segretario del Partito democratico, Walter Veltroni ha sostenuto che il dialogo con Berlusconi era fondamentale per far uscire il paese da un clima insopportabile di guerra civile permanente; che la causa di tutti i mali del Pd erano le correnti e i dirigenti che ogni giorno rilasciavano interviste ai giornali per criticare il segretario; che un grande partito non va alle manifestazioni convocate da altri. Da quando Pier Luigi Bersani è stato eletto segretario del Partito democratico, nemmeno due mesi fa, Veltroni ha rilasciato almeno una mezza dozzina di interviste per criticare il segretario e il resto del gruppo dirigente, in particolare per le seguenti scelte: le aperture al dialogo con Berlusconi e la decisione di non andare al No B Day in base all’argomento (da Veltroni giudicato incomprensibile) che un grande partito non va alle manifestazioni convocate da altri.

Considero un segnale molto incoraggiante che dal gruppo dirigente del Pd nessuno si sia ancora alzato ad accusare Veltroni di lavorare contro il partito, fomentare divisioni, manovrare nell’ombra e condurre basse operazioni di corrente. E ancora più incoraggiante che molte delle sue critiche Veltroni le abbia pronunciate all’assemblea della principale corrente di minoranza del Pd (Area democratica). Lo dico, sia chiaro, senza nessuna ironia.

Se poi Veltroni volesse anche fornire una spiegazione di questa sua nuova concezione della lotta politica interna, o perlomeno esprimerla, penso che si farebbe tutti un gran passo avanti.