Le divisioni a due cifre
Non so voi, ma per me so perfettamente quando è cominciata: il giorno in cui la maestra spiegò le divisioni a due cifre. La mia brillante carriera di intellettuale ha iniziato ad andare a rotoli quel giorno, quando per la prima volta ebbi la sensazione che il non avere mai prestato la minima attenzione a quello che diceva avrebbe avuto delle conseguenze. E che le spiegazioni della maestra, i libri e i compiti per casa non erano tutte cose che lo stato aveva inventato per i bambini scemi. All’improvviso, semplicemente, non capivo. Qualcuno aveva spento la luce ed ero rimasto al buio. Bruttissima sensazione, subito sopraffatta da una sensazione ancora peggiore: gli altri sì. Ero proprio io, quello che non capiva. Ma nella vita ci si abitua a tutto, e io a quella sensazione mi sarei abituato molto presto, non essendo in pratica mai uscito da un simile stato di semi-incoscienza fino agli anni dell’università. Spesso avrei provato rimpianto e rimorso, anche molti anni dopo, sognando di tornare indietro, a quel tempo in cui gli altri bambini imparavano i capoluoghi di provincia, cosa fosse la barbabietola da zucchero e le divisioni a due cifre. Solo molto più tardi avrei scoperto che non funziona così, che la vita di tutti i giorni è piena di cose che non ti insegnano da nessuna parte e che pure per qualche ragione tutti gli altri da qualche parte imparano, in qualche luogo nascosto dove dovevano incontrarsi i compagni che non ti invitavano alle feste, e dove altre maestre che tanto non avresti ascoltato spiegavano loro i segreti degli uffici postali e dei rapporti umani, l’oscuro linguaggio delle lavatrici e tutta quella complicatissima liturgia che scandisce la vita di un uomo dalla mattina alla sera, permettendogli di andare a dormire tranquillo la notte e di svegliarsi sereno al mattino, un bacio alla moglie, uno strillo ai figli, una carezza al cane (o anche l’inverso) e poi svelto al lavoro, ogni giorno, per i secoli dei secoli.
Gli altri, secondo me, fanno i giornalisti.
O si aprono un blog.
O anche tutte e due le cose.
stellina. cresci bene che ripasso
io ho aperto un blog. Ma non manco di carezzare i miei gatti. Forse perchè ero tra quelli che pur controvoglia ascoltavano.
Forse.
http://riciardengo.blogspot.com
Sembra semplice ma non lo è! Purtroppo.
poi la pedagogia degli insegnanti (specie in provincia) e’ agghiacciante
Come sono stata contenta di sapere che non sono sola in questo buio completo che riguarda una parte della mia mente! E proprio stamattina che il mio bambino ( 10 anni) con quegli occhioni fiduciosi mi ha detto: mamma non ho capito bene le divisioni a 2 cifre, ma tanto oggi me le spieghi tu!- mi sono sentita morire…Entro le 16.30 cercherò di imparare quello che per 40 anni mi è sembrato insormontabile e cercherò altresì di vincere il senso di frustrazione che mi ha accompagnato fino ad oggi, rispetto a quelle maledette operazioni. Buona fortuna a me !!!!!
mi dite un sito dove spiegano le divisioni?
perfavore io non ho capito le divisioni mi dite un sito?