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Un’immaginazione povera e monotona

31/03/2010

Appena qualche mese fa, quando più o meno tutti erano convinti che con le elezioni regionali sarebbe giunto a doloroso compimento il ciclo infernale iniziato con le politiche e proseguito con le europee, questo sette a sei sarebbe stato accolto, se non proprio con entusiasmo, con un sospiro di sollievo. L’alluvione leghista era attesa, e che il Piemonte fosse peggio che in bilico era universalmente noto (se è per questo, si temeva molto pure per la Liguria). Sulle sorti della Campania e della Calabria non c’erano dubbi, sermmai c’era più di una preoccupazione sulla Puglia. E all’idea che nel Lazio si potesse anche solo giocare la partita fino all’ultimo, dopo l’inopinata uscita di scena di Piero Marrazzo non credeva letteralmente nessuno (…). Probabilmente era eccessivo, un simile “sconfittismo”. Ma di sicuro è stata quanto meno indebita l’euforia che, avvicinandosi il voto, si è impadronita di dirigenti anche tradizionalmente cauti: un’euforia dettata dall’idea balzana che Berlusconi (e di conseguenza il berlusconismo) fossero non solo in fase declinante, ma addirittura sull’orlo di un rovinoso tracollo…

Paolo Franchi, Corriere della sera di oggi

Al primo riso della fortuna ci era la follia delle speranze, al primo disinganno ci è la follia delle disperazioni. Questo subitaneo trapasso di sentimenti illimitati al primo urto della realtà rivela quella agitazione d’idee astratte ch’era in Italia, venuta da’ libri e rimasta nel cervello, scompagnata dall’esperienza, e non giunta ancora a temprare i caratteri. (…) Una esplosione giovanile e superficiale, più che l’espressione matura di un mondo lungamente covato e meditato, una tendenza più alla riflessione astratta, che alla formazione artistica, una immaginazione povera e monotona in tanta esagerazione de’ sentimenti.

Francesco De Sanctis, Storia della letteratura italiana 

3 commenti leave one →
  1. 31/03/2010 21:21

    su queste cose sei eccezionale, nonché voce unica
    continua così

  2. 01/04/2010 10:12

    Ricordo il commento dopo le europee e locali del 2009: “Fino a oggi il Pd ha perso tutte le elezioni, con risultati ogni volta peggiori.”

    Oggi possiamo finalmente dire: “Fino a oggi il Pd ha perso tutte le elezioni, stavolta senza peggiorare” (e non è che i risultati di Emilia Romagna e Toscana possano essere presentati come una possente inversione di tendenza).

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