Epoca felice
04/04/2010
Qualora il discorso verta su un concetto generale che non ha alcun nome, ma che deve essere designato tropicamente per mezzo di una similitudine, noi dobbiamo scegliere subito la similitudine in maniera tale che essa sia favorevole alla nostra affermazione. (…) Vale per i nomi di cose anche quando essi sono più appropriati: ad esempio, se l’avversario ha proposto un cambiamento, lo si chiami innovazione, perché si tratta di una parola odiosa.
Arthur Schopenhauer, L’arte di ottenere ragione (stratagemma n. 12)
One Comment
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dio bono, come le interviste agli ultimi cavalieri di vittorio veneto – purtroppo ho l’età per ricordarle, le davano al tg nelle giornate di fiacca – con questi anno dopo anno sempre più cupi: “al dì d’ancuei no ghe xe respeto” … “i zoveni no i g’ha vogia de fadigar” … “e g’ho perfin el sospeto che le tose le fornifica en masa prima dela sotoscrizion del vincolo de coniugio, ciò!”