Tutto il contrario del necessario /2
Ripensandoci, direi che la situazione è un po’ più complicata, almeno per quanto riguarda i giornalisti. Basta vedere i talk show in cui si confrontano giornalisti di destra e di sinistra (si fa per dire). Nove volte su dieci, i primi sono scorretti e schierati, i secondi scorretti e qualunquisti. E così il dibattito si risolve in questo: che i giornalisti di destra dicono che la sinistra è una schifezza, mentre i giornalisti di sinistra (si fa per dire) dicono che la politica è una schifezza. E per questo si sentono pure superiori ai loro “faziosi” colleghi di destra, e pensano di dar prova di grande indipendenza (una prova che si guardano bene dal dare rispetto agli interessi dei loro editori, al loro circolo di amici e sodali, e a chi comanda sul serio, ovviamente). Insomma, più ci penso e più mi convinco che uno dei principali problemi di questa fase sia proprio questa specie di “qualunquismo di sinistra”, che condanna i partiti di sinistra a giocare sempre uno-contro-tutti.
E se adesso state per dirmi: ma come, non pretenderai che i giornalisti di sinistra si abbassino a fare propaganda per i rispettivi partiti – ebbene, vi risponderò, preventivamente, tre cose: 1) che nella maggior parte dei casi si tratterebbe di alzarsi, semmai; 2) che il contrario della propaganda non è la denigrazione (che è anzi, questa sì, una forma di propaganda); 3) che ve l’ho già spiegato qui.
Visto che l’organicità al potere degli intellettuali italiani è un argomento su cui si è già detto tutto secoli fa, non è che quelli di destra semplicemente non se ne vergognano e non hanno bisogno di autogiustificarsi rappresentandosi come “autonomi ed indipendenti” mentre fanno gli interessi dei padroni?
1) che nella maggior parte dei casi si tratterebbe di alzarsi, semmai;..bellissima;))