L’ombra del vento
Dopo Eugenio Scalfari, al solito, ecco accorrere anche Walter Veltroni e Nichi Vendola, a spiegare su Repubblica che ci vuole assolutamente una grande alleanza, ma proprio la più larga possibile, per chiudere finalmente la lunga stagione berlusconiana. Ma che splendida idea. Non entro nemmeno nel merito delle loro dichiarazioni, perché è un merito che non merita, e perché c’è un limite a tutto. Avessero detto almeno una volta: scusate, effettivamente, avendo passato gli ultimi otto-dieci mesi a fare campagna contro questa stessa ipotesi in tutti i modi possibili, denunciando questa stessa idea come oscura manovra, arido tatticismo, sterile politicismo, adesso, prima di dirvi che è un’idea sublime, ecco, vorremmo mostrare almeno un pochino di esitazione, vi dispiace? Macché.
A questo proposito – che non c’entra, ma c’entra – giusto ieri, sollecitata dall’ennesimo titolo surreale sull’“ombra di D’Alema”, che questa volta si sarebbe stagliata addirittura sulla spaccatura di Futuro e libertà, è nata su Facebook una pagina meravigliosa, cui non ho potuto non aderire immediatamente. Un’ottima occasione per riflettere su alcuni riflessi condizionati, per dir così, tipici del nostro giornalismo politico (e anche della nostra politica giornalistica). Ne volete un esempio? Ve l’ho già dato.
E già che siamo in tema, personalmente, penso che continuare a intervistare Sara Tommasi (e a sghignazzarci su) sia un atto di barbarie che non merita più nemmeno un link. Lasciamola in pace.
Già almeno un filo di decenza non guasterebbe.
Convegno sulla Sara Tommasi e aggiungerei pure i commenti sulle guance scavate e le orbite oculari della Carfagna.
Veltroni veramente senza vergogna.
Repubblica si avvicina sempre più ai pregevoli standards di Brachino ed i suoi calzini turchesi. Ogni tanto, sembra incredibile, ma a qualcuno scappa ancora di far poltica. Per fortuna gli altri poi, pianin pianino, si accodano.