50 sfumature no-euro
Chi oggi a Roma volesse manifestare in favore dell’Europa per qualsiasi ragione – perché cresciuto nell’élite liberal del centro storico, perché appartenente all’intelligencija dei Parioli, perché imparentato alla lontana con qualche tecnocrate di Bruxelles, per anticonformismo – non avrebbe molto da scegliere. L’unica opzione è il corteo del Movimento federalista europeo che parte alle 11 da piazza Bocca della Verità. Ben altre possibilità offre invece il fronte opposto: coerenti con le proprie idee, le forze contrarie all’unificazione europea si sono fatte ciascuna la sua sfilata. Al confine tra pro-euro, no-euro e ni-euro, c’è l’alter-europeismo del corteo Nostra Europa, che punta a far emergere una «costellazione europea di esperienze sociali e politiche che, nelle pratiche mutualistiche, nell’autodeterminazione dei soggetti e nelle rotture conflittuali, siano in grado di contrastare politiche emergenziali, retoriche umanitarie e sentimenti xenofobi» (piazza Vittorio, ore 11). Per contestatori in cerca di esperienze più forti, c’è il corteo Euro Stop, che chiede la «fuoriuscita dall’Unione europea, dall’Eurozona e dalla Nato» (Porta San Paolo, ore 14), da non confondere con la manifestazione del «Partito Comunista», che si batte «per l’uscita dell’Italia dalla Ue e dalla Nato, per la creazione di un governo dei lavoratori in un’Italia libera e socialista» (comizio in piazzale Tiburtino, ore 16). Sul lato destro, c’è il corteo di Azione Sociale-La Destra – che poi sarebbero, rispettivamente, Alemanno e Storace – per la «sovranità popolare e nazionale» (piazzale Esquilino, ore 15), a sua volta ben distinto dal sit-in di Fratelli d’Italia per una «Italia sovrana in Europa» (Auditorium Angelicum, ore 10).
Comunque la si pensi nel merito, non si può non riconoscere in questa fioritura di cortei e piattaforme un tratto distintivo e irriducibile dell’inventiva italiana. Che è anche l’argomento più forte offerto da tanti creativi sovranisti a chi dice che dovremmo restare nell’Unione europea. Perché l’alternativa, ahinoi, è restare soli con loro.
(l’Unità, 25 marzo 2017)