Coraggio!
Leggo sul Corriere della sera della «coraggiosa sfida di Boeri alla sinistra», audacemente esortata dall’ex presidente dell’Inps a riconoscere il fatto che uno stipendio di un insegnante a Reggio Calabria «vale il doppio» che a Milano, e a trarne le logiche conseguenze nella discussione sulla riforma delle autonomie regionali. Secondo la sintesi del Corriere: «Allora, piuttosto che difendere l’attuale uguaglianza delle Regioni, che tra l’altro tanto uguali non sono, visto che in alcune si spende di più e in altre peggio, perché non promuovere la reale uguaglianza tra le persone?». Come dalla premessa del malfunzionamento delle Regioni si arrivi alla conclusione che si debba approfondire il regionalismo, per di più in nome della «reale uguaglianza» delle persone, è un mistero che non sono capace di penetrare. L’unica cosa che mi sembra di capire è che questa «reale uguaglianza» deve stare alla semplice uguaglianza un po’ come il «socialismo reale» sta al socialismo. Quanto alla «coraggiosa sfida» di Boeri, e cioè l’idea che per ottenere questa «reale uguaglianza» tra insegnanti di Milano e insegnanti di Reggio Calabria si debba abbassare lo stipendio degli insegnanti di Reggio Calabria, che dire? Non stupisce che Tito Boeri sia un impavido professore milanese, e non reggino. Ma questa sarebbe una risposta troppo facile. Mi auguro invece che la risposta della sinistra sia altrettanto coraggiosa, e faccia notare all’intrepido professore che compito della politica non sarebbe quello di limitarsi a riconoscere le cose che non vanno, come ad esempio il fatto che a Reggio Calabria, Caserta, Catania o Catanzaro il costo della vita differisca alquanto da quello di Milano – per non parlare della metropolitana, degli ospedali, delle scuole o della criminalità organizzata – ma di cambiarle. Capisco però che anche questa risposta potrebbe incontrare prevedibili obiezioni, e apparire a molti ideologica, pregiudiziale, astratta. Dunque, con uno sforzo di pragmatismo, suggerirei di accompagnarla a una sincera manifestazione di disponibilità a ridiscuterne quando il professor Boeri, da parte sua, avrà trovato il coraggio di spendere il suo stipendio – e le sue giornate – a Reggio Calabria, Caserta, Catania o Catanzaro, anziché a Milano, diciamo per un annetto. Sempre che nel frattempo non abbia cambiato idea.