Auguri
Il Consiglio superiore della magistratura ha assolto Clementina Forleo. Qui i dettagli (tra i dettagli significativi, segnalo l’occhiello dell’articolo: “Ora auguri a De Magistris”). Dunque si torna a parlare di intercettazioni e si torna a parlare della vicenda Unipol-Bnl, che risale all’estate del 2005. Siamo sempre lì. Non ero arrivato al Foglio da neanche un mese, alla fine di novembre del 2006, e già scrivevo un articolo in polemica con il mio giornale, proprio su questo (qui l’editoriale con cui polemizzavo). Ora avrei molte cose da aggiungere, ovviamente. Ma non ne ho nessuna voglia. Preferisco aspettare che l’ennesima replica della farsa chiamata “caso Unipol” arrivi al suo naturale epilogo, che coincide con la sua origine e con la sua più pura essenza, che è il nulla. Magari domani avrò già cambiato idea e mi ritufferò nella polemica (ipotesi molto probabile). Nel frattempo, però, a proposito di intercettazioni, magistrati, equilibrio dei poteri e mutevolezza delle opinioni, non sarebbe male se i dirigenti del Pd definissero una linea e cercassero di tenerla ferma per cinque minuti di fila. La credibilità della loro posizione, quale che sia, ne sarebbe certamente accresciuta.
A scanso di equivoci – Dire che “i magistrati devono poter fare tutte le intercettazioni che vogliono come vogliono e quando vogliono, ma queste poi non devono finire sui giornali” non è una posizione politica. Si dica piuttosto: la situazione attuale ci va benissimo e non c’è nulla da cambiare; oppure si dica che la si vuole cambiare, e come. L’esortazione a comportarsi come si deve può andar bene per un discorso del Papa, non per quello di un segretario di partito.
Non metto in discussione l’operato della magistratura, per carità, però il codice di disciplina della magistratura (http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/testi/06109dl.htm) a me sembra abbastanza chiaro.