Problema
Mi pare che negli ultimi tempi un buon numero di osservatori, commentatori, analisti, dirigenti e diretti, dinanzi alla crisi del Partito democratico, siano costretti a confrontarsi con un problema complesso: avendo passato gli ultimi giorni-settimane-mesi-anni a sostenere che Veltroni era il leader che ci voleva, che non ne sbagliava una, che la sua linea era l’unica possibile e la migliore immaginabile, come spiegare il fiasco di Veltroni? Come farlo – s’intende – senza aggiungere che “forse, a pensarci bene, può darsi che negli ultimi tempi anch’io, nel mio piccolo, abbia detto un sacco di fregnacce”. Dinanzi a questo problema, che è antico, la soluzione adottata da molti non sembra tuttavia particolarmente originale: “Il veltronismo è giusto, è Veltroni che lo ha applicato male”.
Il problema vero è che molti (gli stessi, forse) considerano, nonostante tutto, l’unico leader possibile. Ancora oggi!
(cit.) “Il veltronismo è giusto, è Veltroni che lo ha applicato male”
Interessante teoria, ma la domanda è: Se non lui, chi meglio di Veltroni può interpretare il veltronismo?
Tutti i nodi vengono al pettine e siamo finalmente al punto, vediamo la luce e la inevitabile, ineludibile e definitiva risposta al dibattito degli ultimi mesi.
La madre di tutte le risposte: ma come chi? CROZZA FOR PRESIDENT