Onorevole D’Alema, si contenga
Non è la prima volta che all’onorevole Massimo D’Alema sfugge una battuta a dir poco fuori luogo a proposito di un avversario, come gli è capitato due giorni fa, quando ha dato del menagramo al presidente del Consiglio. Tutti lo descrivono come uno scacchista della politica, freddo e calcolatore. Eppure, per qualche oscura ragione, si direbbe che il suo proverbiale senso delle istituzioni, unito a una non meno proverbiale comprensione di sé e del proprio ruolo, sia soggetto a improvvisi momenti di appannamento, specialmente in prossimità delle campagne elettorali. Durante l’ultima, per esempio, all’accusa squisitamente politica di portare iella (è un po’ che la ripete), aveva aggiunto, sempre all’indirizzo di Silvio Berlusconi, la definizione di “sito archeologico”. Qualche mese fa, invece, aveva dato al ministro Renato Brunetta di “energumeno tascabile”. Ma questo modo di polemizzare con l’avversario, irridendolo per la non più giovane età o per il fisico non abbastanza gagliardo e virile, non appartiene a nessuna di quelle tradizioni politiche che si dice siano confluite nel Partito democratico, né ad alcun “filone del riformismo italiano”, né ad alcuna cultura democratica. Tanto meno può appartenere, oggi, a uno statista. E’ un vizio che in altri tempi era tipico dei leader di partiti non democratici, e adesso – che fortunatamente democratici lo sono tutti – dei loro esponenti minori. Un modo di fare, in breve, degno di uno statista tascabile, non certo dell’onorevole D’Alema. (il Foglio, 12 marzo 2009)
è molto generoso da parte tua pubblicare sul blog gli articoli di luca goldoni, l’avevo un po’ perso di vista.