Una dolorosa confessione
Porta a Porta potrà piacere o non piacere (a me non piace). E magari sarà pure che mi sono perso il peggio (i duetti con Silvio Berlusconi). Ma l’alluvione televisiva piovuta addosso agli incolpevoli abruzzesi, non fosse bastato il terremoto, secondo me dimostra al di là di ogni ragionevole dubbio la superiore professionalità di Bruno Vespa. Uno dei pochi giornalisti televisivi capaci di raccontare una tragedia senza infierire sui superstiti, senza inseguirli ovunque come un avvoltoio, per poi piombare su di loro nel cuore della notte con domande tipo “perché dormite in macchina?” – ovviamente dopo averli svegliati – togliendo al primo sonno innocenti vecchine e costringendole a schermarsi gli occhi dalla luce della telecamera, incuranti delle loro flebili proteste. Di sicuro Vespa è aiutato, in quanto abruzzese, dal suo evidente coinvolgimento emotivo – quello in tv aiuta sempre (tanto più a confronto dell’anempatica concorrenza). Ma secondo me non è solo questo. E’ come se il terremoto avesse azzerato, con tanti edifici nuovi di zecca, altrettante nuovissime costruzioni ideologiche e culturali che si volevano non meno moderne e al passo coi tempi: una gigantesca speculazione edilizia che fino a ieri occupava il nostro cervello. Un po’ come la crisi finanziaria. Dopo il crollo di Wall Street, l’avrete notato, tutto sembra essersi sgonfiato: dalle bolle speculative dei titoli tossici alle balle speculative di titolisti non meno intossicati. E così, l’antica solidità di un Vespa soltanto un po’ più umano del solito è tornata a svettare tra le macerie dei palinsesti serali e notturni. Sarà un caso, ma giurerei di non avergli mai sentito spiccicare una parola in inglese. Non dico “earthquake”, ma nemmeno “bar”. Chapeau.
però aveva la sua brava inviata che chiedeva a padre e figlia piangenti (figlio morto sotto le macerie) «dateci una parola di speranza» (ricevendo in risposta un impeccabile «ce la dovete dare a noi»)
ecco, se in quel momento il conduttore avesse detto all’inviata whatthefuck, mica avrebbe stonato.