Nel Pd dei sette candidati
Roma. “Tra Bersani e Franceschini? E perché dovrei scegliere solo tra loro? A me, per esempio, piacerebbe che si candidasse D’Alema”. Così dice Arturo Parisi, passeggiando per il cortile della Camera. Una provocazione in cui si mescolano la sfida e la canzonatura. Tra tante incognite che pesano sulle assise del Pd, infatti, la candidatura di Massimo D’Alema si può considerare sin d’ora assai improbabile (non foss’altro perché ha già detto di sostenere Pier Luigi Bersani). Ma che la sua candidatura raccolga il consenso di Parisi, obiettivamente, rasenta l’impossibilità matematica.
Quanto a Dario Franceschini, finora ha sempre negato, ma tutti danno per scontato che si candiderà. Bersani, invece, ha annunciato più volte l’intenzione di presentarsi, ma nessuno sembra dare per scontato che lo faccia. Enrico Letta ha fatto capire di volerci provare, quindi ha dichiarato che è presto per dirlo. Anna Finocchiaro ha detto che ci sta pensando e Goffredo Bettini ha lanciato l’idea di un “terzo uomo” (tra Bersani e Franceschini). E chissà che su di lui non abbia pesato il ricordo del sondaggio in cui a raccogliere più consensi, tra tutti i dirigenti del Pd, era stata la voce “altro nome”. Alla lista, comunque, ieri si è aggiunto anche Mario Adinolfi, giornalista, già candidato alle primarie del 2007.
“La posizione del terzo incomodo è in realtà la più comoda e redditizia di tutte – dice un parlamentare del Pd – ma a patto che non ci sia un quarto. Altrimenti, quel bacino fisiologico di indipendenti, scontenti e tagliati fuori si disperde, o rientra nei ranghi”. Il terzo uomo di Bettini poteva essere Nicola Zingaretti, ma il presidente della provincia di Roma sembra orientarsi su Bersani. E forse Bettini pensa ora a una “terza donna”, cioè Anna Finocchiaro. Rosy Bindi, che nel 2007 si candidò, questa volta appare invece scoraggiata dal nuovo meccanismo (prima congresso degli iscritti, e solo dopo, tra i primi tre che superino una certa soglia, primarie). C’è poi il gruppo dei quarantenni che recentemente ha varato un suo documento, dalla veltroniana Paola Concia al dalemiano Michele Bordo, dal lettiano Francesco Boccia all’ex portavoce del Pd Andrea Orlando, a Giovanna Melandri. Intenzionato a sfruttare la diffusa richiesta di ricambio, a questo gruppo manca però il candidato, dopo che il suo leader naturale – sempre Zingaretti – ha declinato. In ogni caso, molto dipenderà dal risultato del Pd alle elezioni, che potrebbe incoronare Franceschini. O azzopparlo.
A conti fatti, dal duello tra Franceschini e Bersani sembra però restare fuori un’area larga, che va da Francesco Rutelli a Ivan Scalfarotto (anche lui con il suo gruppo di quarantenni per il rinnovamento, come Giuseppe Civati e Debora Serracchiani), oltre ai già citati Letta, Bindi e Bettini. Area larga, ma disomogenea. Quanto ai prodiani, la svolta referendaria di Franceschini è anche un tentativo di conquistarli, con risultati finora non del tutto scoraggianti. Fermamente al fianco del segretario sarebbe invece Piero Fassino, ma a una recente riunione riservata dei dirigenti a lui più vicini, salvo Marina Sereni, in pochi se ne sono detti entusiasti. Tra l’ex ds Bersani e l’ex dc Franceschini, buona parte dei fassiniani propende comunque per il primo. Effetto di una polarizzazione che s’intravede anche dietro il gesto del sindaco di Firenze, l’ex ds Leonardo Domenici, che ieri ha sospeso la sua campagna elettorale, dopo che Lapo Pistelli (ex Margherita) ha diffuso una newsletter in cui spiega perché, alle europee, non gli darà la preferenza.
Il timore, insomma, è che lo scontro Bersani-Franceschini, ancora solo virtuale, nel partito stia già producendo i suoi effetti, con il ritorno a Ds contro Margherita. Un rischio di cui il caso Domenici – comunque rientrato in serata, dopo una telefonata di Franceschini – potrebbe essere una prima, piccola, preoccupante spia. (il Foglio, 14 maggio 2009)
Ove occorra, mi candido a quarto, quinto od ottavo uomo (diciamo persona, che è meno maschilista: sono già in campagna elettorale). Insomma, mi candido come x+1, dove x è l’ultimo numero cognito di candidati.
Staremo a vedere. A occhio ora si stanno candidando praticamente tutti, ma solo a candidarsi.
A me sembra probabile che al momento giusto diranno ah, se mi fossi candidato prima. Ormai non ne vale più la pena, convergiamo convintamente su……Roberto, che è l’unico rimasto e mi sembra valido, lo appoggerò con lealtà :-)