Marini cambia linea al suo candidato
Roma. La direzione del Partito democratico ha approvato ieri il regolamento congressuale: voto degli iscritti l’11 ottobre, primarie il 25. Le candidature alla segreteria andranno presentate entro le ore 20 del 23 luglio. E tutto lascia prevedere che il dibattito su terzi, quarti e quinti ipotetici candidati proseguirà almeno fino alle ore 19 dello stesso giorno. Ignazio Marino ci sta ancora pensando. Anna Finocchiaro, interrogata in merito dai cronisti, dice di non voler rispondere “a domande senza ragione”. Sergio Chiamparino glissa: “Allo stato attuale non c’è nessuna mia candidatura”. Goffredo Bettini, però, assicura comunque che “c’è lo spazio politico per una terza candidatura”. E per adesso questa sembra l’unica certezza.
Al momento, i candidati in campo restano sempre Pier Luigi Bersani e Dario Franceschini. Ma i numerosi dirigenti che in questi giorni hanno chiesto un rinvio del congresso dimostrano quanto il bacino dei non allineati sia ancora consistente. Una posizione che ancora ieri è stata sostenuta in direzione dalla Finocchiaro. “Se la proposta deve essere onorevolmente sepolta, i rischi che la motivano sono tutti, aggravati, davanti a noi”, ha scandito. Ma l’intervento che ha più colpito è stato senza dubbio quello di Franco Marini. Una vera e propria requisitoria contro lo statuto del Pd.
“E’ da buttare all’aria – sostiene l’ex presidente del Senato – potrebbe distruggere qualsiasi forza politica. C’è voluta la fantasia di un dottor Stranamore per inventarselo”. L’avversione di Marini e di gran parte dei Popolari per le primarie è nota da tempo. Così come le riserve di Bersani e di buona parte dei dalemiani. Ma la requisitoria di Marini contro le primarie, contro il nuovismo e contro certi “Dottor Stranamore” mal si concilia con il suo appoggio a Franceschini, in una sfida congressuale che proprio lui ha impostato come scontro tra vecchio e nuovo, tra chi vuole andare avanti e chi vuole tornare indietro.
“E’ evidente che uno dei temi del confronto sarà come si organizza il partito e quindi l’assemblea che verrà eletta con le primarie discuterà anche dello statuto”, ha commentato Franceschini con i cronisti. Un tema che sembra però tagliare trasversalmente entrambi gli schieramenti. (il Foglio, 27 giugno 2009)