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Le primarie della libertà

12/01/2010

A proposito di primarie, scrive oggi Rosy Bindi sulla Stampa:

La libertà, per ciascun alleato, di non parteciparvi non può tradursi nella pretesa che il Pd vi rinunci.

Con questa rotonda affermazione di principio si chiude l’intervento del presidente del Pd. Una chiusa efficace, semplice e netta come tutte le affermazioni di principio. Ma sul piano puramente logico, mi pare, un po’ deboluccia. Delle due l’una: o si vuol dire che all’indomani delle primarie nulla impedisce di riaprire la trattativa con alleati che ne siano rimasti fuori, per poi eventualmente spiegare con gentilezza al vincitore delle primarie e ai suoi elettori che la trattativa si è liberamente chiusa su un altro candidato, e ci dispiace molto, ma così è la vita (e in tal caso mi è chiara la libertà dell’alleato di non partecipare alle primarie, ma mi è meno chiaro perché a quel punto il Pd non dovrebbe rinunciarci subito, evitando inutili malintesi); oppure si vuol dire che all’indomani delle primarie l’alleato che liberamente non vi ha partecipato è altrettanto libero di accodarsi dietro il candidato che dalle primarie è stato scelto, oppure di levarsi di torno. Un concetto di libertà che mi ricorda quello in uso nel Pdl, dove tutti sono liberissimi di fare quello che dice Berlusconi, oppure di andarsene (e che deve averlo ricordato pure al titolista della Stampa). Mi domando se in tal caso non sarebbe più giusto dire molto semplicemente che il Pd non intende allearsi con chi rifiuti il meccanismo delle primarie per la scelta dei candidati, costi quel che costi. E assumersi la responsabilità di farceli pagare, quei costi, a tutti noi.

4 commenti leave one →
  1. 12/01/2010 21:53

    Meno le cose hanno un senso e più si notano quelli bravi…..e la Bindi è bravissima. Dice cose ragionevoli e sensate, persino condivisibili in linea di principio, su una cosa che semplicemente non esiste, che non è di questo mondo.

    E a proposito di alieni, e Bersani? Ma è così complicato da dire, urbi et orbi, che noi alle primarie non smettiamo di crederci e che le useremo sempre e comunque, ma al di fuori delle emergenze? E non è un’emergenza avere un presidente del Lazio che ti combina quel casino (nel senso letterale), e tutto questo in mezzo ad un cambio non ordinario, dovuto a dimissioni e non a scadenza naturale, del segretario nazionale del partito?

    Boh, era così complicato da dire, magari aggiungendo: e ora fatela finita!!!

  2. 13/01/2010 23:24

    e primarie con due candidati di cui uno propone una certa alleanza e l’altro no, e chi ha più tela tessa la tela, per così dire, no? troppo aperto, lineare, da sempliciotti?

  3. 31/01/2010 23:04

    a proposito non tanto di primarie, ma di libertà, che ne dite di questo?
    http://riciardengo.blogspot.com/2010/01/ai-consider-det-de-fleg-ov-iunaited.html

    • 01/02/2010 16:52

      Rispetta il dolore di un uomo, taci. E poi, riguardo il tuo post, non si scrive Chermis, bensì Cermis.

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