Un po’ di nebbia, che annuncia il sole
“Spuntano anche la Lega e Marcello Dell’Utri dalle intercettazioni contenute nelle circa centoquarantasettemila pagine di inchiesta…”. Comincia così, sulla prima pagina del Corriere della sera, un articolo dall’inquietante titolo: “E l’uomo di Mokbel cita la Lega”. Cita. In centoquarantasettemila pagine. Mi meraviglio che spuntino soltanto la Lega e Dell’Utri. D’altra parte, le pagine di sole intercettazioni allegate all’ordinanza del gip nell’inchiesta sulla protezione civile erano ventimila. Un nonnulla, in confronto. Però se chiedi conto ai giornali di quel che pubblicano e dell’uso che fanno di queste carte, rispondono che si limitano a pubblicare tutto quello di cui dispongono. Qualcosa non torna.
I giudici della corte d’appello di Palermo hanno respinto ieri la richiesta di ascoltare Massimo Ciancimino al processo contro Marcello Dell’Utri, giudicando il testimone manifestamente inattendibile. Se non vi ricordate nemmeno chi sia Massimo Ciancimino, non è colpa vostra. In estrema sintesi, è quel signore la cui testimonianza a un altro processo, un mese fa, ha alimentato per una settimana la discussione attorno alla teoria secondo cui la nascita di Forza Italia e più o meno tutti i primi cinquant’anni di vita della Repubblica italiana sarebbero stati il frutto di un complotto della mafia.
Il Partito democratico difende Napolitano e si mobilita contro il decreto salva-liste. Io avrei rispettosamente criticato Napolitano ed evitato di scendere in piazza. Pazienza. Mi auguro solo che adesso non si facciano prendere la mano e non finiscano per rovesciare a proprio svantaggio una partita cominciata come meglio non si poteva, sia pure per esclusivo demerito degli avversari (ma le partite si vincono anche così).