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Risposta alla lettera del Capoluogo

26/05/2010
Gentile redazione e gentile Iannucci,
Per prima cosa, sgombriamo il campo dagli equivoci. Left Wing è un sito internet curato da me e di cui io sono il solo responsabile. Quello che penso dell’uso che noi giornalisti facciamo delle intercettazioni lo scrivo da anni, su tutti i giornali e blog su cui mi è capitato di scrivere (da prima della legge-bavaglio e pure da prima che il Pd nascesse, per capirci). Lo stesso argomento a proposito degli imprenditori che ridevano del terremoto lo avevo già utilizzato sul Foglio, per esempio, in un articolo scritto e firmato il 20 febbraio.
Lasciamo dunque da parte, per favore, la teoria secondo cui dietro quel che ho scritto ci sarebbe un’oscura manovra di questa o quella corrente del Pd per appoggiare di soppiatto la “legge-bavaglio”. Questa campagna è partita dal blog di Alessandro Gilioli, giornalista dell’Espresso, che così ha dato il via alla serie di insinuazioni che da due giorni mi arrivano un po’ da tutte le parti, compreso oggi Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera. Tutti partono dal tendenzioso riassuntino che del mio articolo ha fatto Gilioli, sotto il titolo: “Wow: ai dalemiani piace il bavaglio”. Su questo punto, però, invito a rileggere a mente fredda l’articolo e soprattutto la frase incriminata: “Dal punto di vista etico e civile, la campagna in difesa delle intercettazioni e contro la cosiddetta legge-bavaglio si sta rivelando, soprattutto per gli argomenti adoperati da politici e giornalisti, persino più dannosa di qualsiasi soluzione sarà infine adottata”. Dal punto di vista etico e civile (cioè non legislativo, ma per quanto riguarda la civiltà del nostro dibattito pubblico, il nostro modo di discutere e confrontarci con chi la pensa diversamente da noi), quella campagna si sta rivelando persino (persino) più dannosa di qualsiasi soluzione sarà infine adottata (qualsiasi: più restrittiva, meno restrittiva… qualsiasi).
Veniamo dunque all’argomento più delicato. E all’accusa di “speculare” sul vostro dolore. E di farlo addirittura per convenienza e beghe di corrente. Pensateci bene: ma davvero potete credere che io o chiunque altro possa trarre alcun vantaggio dal difendere i diritti di persone come quei due imprenditori? E dove sarebbe il vantaggio? Vi pare una posizione che possa riscuotere facili consensi? Una cosa “conveniente” da dire? A me pare che proprio le polemiche di questi giorni dimostrino semmai l’esatto contrario.
Ma entriamo nel merito. Sul Corriere della Sera di oggi, Gian Antonio Stella scrive: “Siamo qui davanti a un caso da manuale di come l’interesse dell’opinione pubblica debba venire prima dell’interesse alla privacy del singolo. Esattamente come nel caso, per fare un solo esempio, di Larry Craig, il senatore americano ultrapuritano che attaccava i gay chiamandoli culattoni e fu beccato a fare il piedino in un cesso a un poliziotto. E’ un reato essere gay? Ci mancherebbe! Ha diritto un gay a non essere sbattuto in prima pagina? Ovvio: sacrosanto! Ma lì, in quella occasione, veniva prima il diritto degli americani di sapere che quel politico era un ipocrita e li aveva presi per i fondelli”.  
Ebbene, a me sembra che a Stella sfugga la differenza tra un fatto accaduto in un luogo pubblico e una telefonata intercettata. Per capirci, io non penso affatto, e lo ribadisco, che noi avremmo il diritto di mettere sotto controllo il telefono e di pubblicare tutte le private telefonate di politici cattolici che se la prendano con i gay, per verificare se per caso non siano gay anche loro. Non penso che sia un motivo sufficiente per pubblicare le private conversazioni di nessuno (che si svolgano al telefono, in camera da letto o nel confessionale), quello di verificare “davanti all’opinione pubblica” la coerenza tra quelle conversazioni e ciò che quelle stesse persone dicono pubblicamente. Intendiamoci bene, io credo addirittura, pensate un po’, che ci siano notizie non segrete che pure non dovrebbero essere pubblicate. E lo dico con le parole che ho trovato in questi giorni su un blog: “Io ritengo il diritto alla riservatezza qualcosa d’importante: si può derogare con le dovute garanzie ma esiste. Non stiamo parlando di niente di diverso da Giovanardi che fa controlli antidroga a sorpresa nei bagni pubblici e nei bicchieri abbandonati per poi pubblicarli sui giornali. Non stiamo parlando di niente di diverso da un primario ciellino che pubblica sul giornale i nomi di chi ha abortito. Non stiamo parlando di niente di diverso da un medico di un centro trasfusionale che pubblica sul giornale chi ha dichiarato di aver avuto rapporti non protetti con multipli partner di sessi vari (perché il popolo ha diritto a sapere di chi diffidare, direbbero loro). Non stiamo parlando di niente di diverso da un sacerdote che faccia sapere in giro chi ha peccato di adulterio”. Ecco, perdonerete la lunga citazione, ma proprio non avrei saputo dirlo meglio.
Ma davvero voi vorreste vivere in un paese in cui i magistrati indagassero sulla moralità personale dei cittadini? Non pensate invece anche voi, come penso io, che i diritti di ciascuno si difendano innanzi tutto difendendo i diritti delle più riprovevoli e più odiose tra le persone? E tutte le battaglie di tanti politici e giornalisti contro la pena di morte o contro Guantanamo, per fare solo due esempi? Ma attenzione, perché in questi casi non parliamo nemmeno di “etica”, parliamo di fior di criminali e addirittura di terroristi, responsabili dei crimini più aberranti. Eppure, quanti articoli e quante dichiarazioni abbiamo letto e sentito contro la pena di morte o contro Guantanamo? Dichiarazioni da me pienamente condivise, sia chiaro, e sono sicuro anche da molti di voi. Certo, difendere i diritti di madre Teresa di Calcutta è più semplice, ma a che serve, se non li minaccia nessuno? E certo i terroristi islamisti sono persone pericolose e crudeli. Diremo dunque che chi è contro Guantanamo è a favore del terrorismo e specula sul dolore delle vittime dell’11 settembre? Sono sicuro che nessuno di voi lo pensa.
Alla fine, e scusatemi se sono stato troppo lungo, la domanda è una sola: se alla barbarie si risponde con la barbarie, oppure no. Io penso di no.
19 commenti leave one →
  1. 26/05/2010 22:16

    Bellissimo post, adesso è tutto più esplicito rispetto a ciò che su LeftWing era ellittico, come spiegavo qui(https://quadernino.wordpress.com/2010/05/24/ci-vuole-pazienza/#comment-2714): il post mi sembra quasi lo sviluppo di quella traccia, bravo Cundari, altro che dalemiano, un fior fior di liberale.

    • francesco cundari permalink
      26/05/2010 22:43

      chi l’avrebbe mai detto…

      • 27/05/2010 04:01

        In realtà, lasciavo scivolare un filino d’ironia.

      • adlimina permalink
        27/05/2010 05:54

        il radicale che è in te (faccina)

  2. 26/05/2010 22:51

    Bravo. Tanto spesso quando si decide che i mezzi sono giustificati dal fine, finisce che questi inficiano il fine stesso.

    A misurare tutti con il metro più lordo, ci si inzacchera necessariamente. E, poco più avanti, uno finisce anche a misurare sé stesso con il metro altrui. A essere, al tempo stesso, l’unico puro e quello che, per i proprî sacrosanti obiettivi, può permettersi di essere il meno peggio: guarda gli altri!

  3. 27/05/2010 00:04

    grandi dalemiani!

    grazie a voi, alla mancata-legge sul conflitto d’interesse e a questi piccoli regali a berlusconi che in Italia oggi stiamo come stiamo!

    siete sempre i migliori: i migliori esponenti del centrodestra italiano (a proposito, quando “interloquiamo” con Fini? quale è il prossimo leader di centrosinistra, come Vendola, che tenteremo di far fuori? – fatemi sapere, che voglio prendere la tessera, se ancora si può, di ReD: la vostra gloriosa associazione-parallela che magicamente dall’inizio del congresso in poi è sparita!)

    P.S. la giovanile è con voi, grandi! (complimenti per raciti, la giovanile di sinistra italiana fa invidia al partito popolare cinese!)

    P.P.S. ma sì, che ci frega di sapere che Berlusconi era ricattabile con le escort che Bertolaso si faceva pagare le massaggiatrici da imprenditori che la notte del 6 aprile ridacchiavano pensando ai soldi che gli avrebbe regalato Guido…… siete proprio i migliori..

  4. 27/05/2010 08:43

    Quasi perfetto. Quasi perché mi resta un dubbio: siamo sicuri sia “giusto” diffondere le immagini di un cittadino che fa piedino a un poliziotto in virtù del fatto che sono comportamenti avvenuti in un luogo pubblico?

    Leggendo quel passaggio del pezzo di Stella (prima di vedere questa tua lettera) la prima reazione è stata: no, Stella: hai torto. Gli Americani non hanno il diritto di sapere quali sono le preferenze sessuali di Craig a meno che non sia Craig a dirlo… certo, hanno diritto a giudicarlo un ipocrita se la cosa viene fuori, ma questo non autorizza nessuno a diffondere quel video.

    Resto di quell’idea.

  5. 27/05/2010 09:47

    @ unanti-tutto: l’idea che la destra vince perché il popolo non sa (e non sa perché qualcuno di noi è un traditore) è il paradigma stesso della scomparsa della “sinistra” in italia. l’idea insomma che si vince e si perde non perché si interpretano bene o male interessi sociali ed economici (noi i nostri, loro i loro) ma perché c’è una spectre del malaffare e pochi puri che si battono contro il male è la sintesi perfetta della svendita del patrimonio ideologico della “sinistra”, del socialismo e di tutto quello che c’è stato, a favore di un atteggiamento tanto fanatico e misticheggiante quanto minoritario e impotente. dal materialismo storico al giustizialismo millenarista dei pezzenti, una china che merita tutta la sfiga che si trascina dietro da 15 anni.

    • francesco cundari permalink
      27/05/2010 10:01

      scolpire su tavole di pietra, subito.

      • 27/05/2010 11:17

        @cundari: più che altro, al di là delle interpretazioni più o meno sconnesse di ciò che sia o non sia “liberale” e “rispettoso dello stato di diritto”, il punto per noi mi pare assolutamente un altro. Una persona “di sinistra”, secondo me, non ha alcun bisogno di ricorrere a intercettazioni penalmente irrilevanti per scoprire con scandalo che, ad esempio, quando c’è un terremoto qualcuno se la ride pensando agli affari che farà (il particolare dell’esempio vale per l’universale della società). Uno di sinistra non pensa cioè che il mondo sia abitato da una maggioranza di individui disinteressati e da qualche mela marcia che, solitario o in cricca, cura i propri interessi. Uno di sinistra impara, per prima cosa, che chi si dice disinteressato è solo diversamente interessato, dato non ci sono altro che guerre di interessi ovunque ci si volti e sono gli interessi, non i “principi” – cioè il disinteresse, sempre peloso – a muovere le macchine. E sa che non c’è alcun ente morale superiore in grado di stabilire la superiorità morale di un interesse su un altro, ma che ci si regola con i conflitti, con i rapporti di forza e, all’occorrenza, con le costituzioni condivise (arriva qui, non prima, il famoso stato di diritto e il giudizio su ciò che è o non è fraudolento o malaffare, giudizio che viene lasciato al giudice nel rispetto dei diritti di ognuno). Quindi uno di sinistra non basa la sua attività politica sul sogno di instaurare una società di polizia etica per via giudiziaria per colpire il male cioè l’interesse personale, non ritenendosi affatto il bene cioè il disinteresse. Piuttosto si affida alla politica per equilibrare la società dal punto di vista degli interessi in conflitto cercando di spingerla verso quelli di coloro che rappresenta. Il fatto che parte della sinistra abbia del tutto scordato tale radicamento materiale e sociale e si dedichi all’estirpazione del male, che fa coincidere tout court con l’avversario o con chi tra gli alleati non è abbastanza fanatico e puro, può essere un buon punto di partenza per spiegare perché da decenni la sinistra perde e gli altri, che evidentemente curano meglio gli interessi legittimi dei loro referenti, vincono.

    • 27/05/2010 11:22

      del perché a bg voglio dargli dei soldi perché tutte le mattine mi telefoni e mi spieghi cosa penso (cit)

  6. John Doe permalink
    27/05/2010 10:20

    Non c’è salvezza….se ti azzardi a dire certe cose sei sicuramente un berlusconiano. Se mi convinci che non ti sei venduto al cav beh ok…allora sei berlusconiano lo stesso, ma non te ne sei ancora accorto.
    E quando proprio non ce la faccio, per la tua storia, a darti del berlusconiano, allora sei un dalemiano.
    Quale faccia più schifo delle due posizioni è ancora da valutare, l’importante è che, per il momento, facciano schifo entrambe.
    Ah, e attento a scegliere le scarpe….se costano troppo pendi verso D’Alema, se invece hanno il rialzo…

  7. 27/05/2010 12:33

    A me era già tutto chiaro dal primo pezzo, però questo approfondisce con argomenti a mio parere inattacabili.
    (PS gli inglesi parlano di un aggravamento della vicenda “cenere” con gravi ripercussioni sui voli. Sospettano fortemente che l’aumento delle ceneri sia dovuto ad uno strano tipo con baffi, barca e scarpe di lusso, visto aggirarsi nelle vicinanze del vulcano, mentre soffiava ripetutamente sulle mani alternando destra e sinistra…)

  8. 27/05/2010 13:54

    scolpire su tavole di pietra anche bg! (no, scherzo: pure il secondo commento)

  9. 27/05/2010 15:08

    non so chi sia bg, sono pienamente d’accordo con lui e mi verrebbe da dire: “facciamolo entrare in segreteria” e così ripercorrerei gli errori che ci fanno perdere da 15 anni. però le cose che dice (interessi materiali, rapporti di forza, riequilibrare, musica per me), quelle sì, facciamole entrare in segreteria, negli enti locali, nei circoli.
    se lo facciamo in maniera cocò (coordinata e continuativa) magari usciamo dal centro del deserto in cui ci siamo misteriosamente cacciati.
    ops, ma sto parlando di battaglia delle idee? di egemonia? verrò maledetto dalla trimurti vendola-veltroni-debenedetti?

    • 28/05/2010 22:56

      andrea, ecco, il secondo punto dolente è proprio il vostro partito: io in tutti questi anni l’unica lettura coerente della società che mi pare sia stata prodotta in area pd (cioè una lettura delle dinamiche sociali che individua una tendenza e produce un progetto politico) è l’orrendo interclassismo veltroniano, per fortuna così scemo che si incarta da solo. e quelli bravi dove sono? capisco che digerire la fine del pci sia stato complicato, ma mi aspetterei qualcosina di più. o vi aspettate di produrre egemonia solo grazie al pur encomiabile buonsenso bersaniano? per forza poi gli scemi risorgono sempre sulle ceneri dei propri disastri. scusa eh.

  10. fededambri permalink
    28/05/2010 14:12

    Questa storia delle intercettazioni mi fa dispiacere: sinceramente non capisco come sia successo che la parte politica a cui mi sento di appartenere si getti così dalla parte illiberale, da destra populista, solo per fare un torto a Berlusconi.
    Non solo, ma chi prova a pensare diversamente è stronzo (perché così intendono i dalemiani chi la usa come offesa)(che poi io manco sono d’accordo con d’alema)(anzi sono mezzo veltroniano, forse).

    Veramente, che gran dispiacere.

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