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Replica a Stella (e sua controreplica)

27/05/2010

Caro direttore, dovendo replicare in poche righe all’articolo di Stella dedicato a quel che ho scritto su leftwing.it, sarò secco. Le chiedo dunque se la seguente frase si possa interpretare come appoggio a “una certa dose di censura” e alla legge-bavaglio: “Dal punto di vista etico e civile, la campagna in difesa delle intercettazioni e contro la cosiddetta legge-bavaglio si sta rivelando, soprattutto per gli argomenti adoperati da politici e giornalisti, persino più dannosa di qualsiasi soluzione sarà infine adottata”. La verità è che Stella segue la linea di una campagna partita sul web da un giornalista dell’Espresso, Alessandro Gilioli, che ha tendenziosamente riassunto il mio articolo (per brevità, su questo rinvio alla replica e ai commenti sul mio blog: quadernino.wordpress.com). Cosa ne pensi D’Alema lo ignoro, cosa penso io lo scrivo ovunque da anni, e anche in questi giorni, sul Foglio. Ma non essendo d’accordo con Stella, se scrivo quel che penso, devo essere per forza un servo di D’Alema. Una bella concezione della libertà di stampa. Quanto al merito, considerando l’esempio da lui portato, mi pare che a Stella sfugga la differenza tra un fatto accaduto in pubblico e una privata telefonata intercettata. Io invece non penso proprio, per restare al suo bell’esempio, che avremmo diritto di leggere le telefonate di un “parlamentare puritano” (o magari, nel nostro caso, cattolico) per verificare se sia gay, o comunque incoerente con le sue pubbliche dichiarazioni. E mi piacerebbe sapere cosa ne pensano tanti colleghi giornalisti e tanti giuristi più autorevoli di me impegnati nella campagna contro la legge-bavaglio. Legge che anch’io giudico sbagliata, ma che non mi pare giustifichi, ribadisco, un simile degrado del nostro dibattito pubblico.

Risposta di Gian Antonio Stella:

Non mi sono mai sognato di scrivere che Francesco Cundari sia un “servo di D’Alema”. Ho solo scritto che evidentemente il sarcasmo dalemiano deve essere un virus infettivo giacché ha contagiato quelli del sito Internet a lui vicini. Tutto qui. Quanto alla legittimità di pubblicare la conversazione privata fra i due imprenditori che ridono del terremoto, resto della mia opinione: “se” quella conversazione doveva restare segreta ci dovevano pensare i magistrati, i cancellieri, gli impiegati e insomma tutti quelli che avevano la responsabilità di custodirla. Ma insisto: i giornali avevano non il diritto, ma il dovere di pubblicare quelle parole perché mai come in questo caso l’interesse dell’opinione pubblica a capire veniva prima della privacy di quei due signori. Anche se non avevano commesso “reati di cattiveria, cinismo e avidità”.

(Corriere della sera, 27 maggio 2010)

9 commenti leave one →
  1. Anonimo permalink
    27/05/2010 16:03

    in effetti ha ragione stella la privacy non c’entra.
    nel senso che stella ha violato non la privacy, ma il diritto inviolabile alla libertà e segretezza delle comunicazioni (art 15 costituzione)

    La libertà e la segretezza sono un diritto inviolabile, che viene prima del “diritto di cronaca” (che incontra dei limiti nel rispetto della dignità delle persone e della loro privacy) mentre non esiste nemmeno un fantomatico “diritto all’indagine” da parte dei magistrati.
    Per principio, quindi, le telefonate, le lettere, gli sms etc etc dei cittadini debbono restare segreti e, se non sono segreti, per conseguenza, non saranno nemmeno liberi, ma pregiudicati dal fatto che quanto io dico o scrivo al mio interlocutore potrebbe essere sentito o letto da spioni.
    Le intercettazioni dovrebbero essere un’eccezione a tale diritto inviolabile, previste nei soli casi tassativamente previsti dalla legge (per i reati più gravi e per un periodo limitato) e non dovrebbero essere invece, come accade oggi, una prassi giudiziaria: non esiste nessun diritto dei magistrati a spiare “le vite degli altri” come accadeva nei regimi comunisti, le intercettazioni non sono uno strumento ordinario di indagini.

  2. 27/05/2010 20:32

    L’interesse dell’opinione pubblica a capire? Questo e’ un ragionamento di sinistra? La risposta l’ha gia’ scritta l’autore del post, ed e’ bene impararsela a memoria. (Stiamo ancora a discutere dei fondamentali del palleggio, chissa’ quando faremo goal).

    Secondo Stella i cittadini italiani “avevano il diritto di sapere se le persone coinvolte nell’affare dalla Protezione civile erano persone serie o no, coscienti o no, rispettose del bene pubblico o no”. Era dunque giusto intercettare e pubblicare le loro telefonate per far sapere a tutti se erano o no, per farla breve, delle brave persone. E poi quando uno scrive che nel nostro dibattito pubblico si sta affermando una concezione da teocrazia islamica dicono che esagera.

    I tanti autorevoli giornalisti, giuristi e costituzionalisti impegnati in questa come in tante altre “battaglie di civiltà” non hanno nulla da dire? E’ questo quel paese civile, quello stato di diritto che si vorrebbe ricostruire in Italia e per cui tanti si battono? Un paese in cui l’“opinione pubblica” abbia il diritto di leggere sui giornali le private telefonate di qualunque cittadino al preciso scopo di valutarne la conformità all’etica pubblica?

    Giunti a questo punto bisognerebbe domandarsi anche chi avrebbe titolo per stabilire i confini di quest’etica pubblica, quale “Comitato per l’imposizione della virtù e l’interdizione del vizio”, come si chiama in Arabia Saudita l’organo da cui dipende la polizia religiosa

  3. 27/05/2010 22:48

    In questo momento Gherardo Colombo ti sta praticamente dando ragione dalla Dandini. Mi chiedo se domani sui “giornali di aerea” ci faranno un pezzo onesto e corretto.

    • francesco cundari permalink
      27/05/2010 23:33

      perché, che ha detto?

      (comunque dubito che i giornali tengano aperte le pagine politiche fino a mezzanotte per seguire gli ospiti della dandini)

      • 28/05/2010 10:37

        Ok, forse esagero, ma sono sicuro che chi scrive su certi blog la Dandini la vede tutte le sere.
        Colombo ha chiarito che secondo lui se c’è un reato il diritto di cronaca prevale sulla riservatezza (proprio perché c’è un reato da rendere noto), se non c’è un reato, no.
        Mi chiedevo se è un concetto che sarebbe entrato nel dibattito di sinistra, una volta espresso da uno degli idoli di tangentopoli sul divano della Dandini. Ormai temo di no.

  4. brandaviide permalink
    27/05/2010 23:25

    Tanto per rimestare…
    ho letto che qualcuno ha citato un film e mi si è accesa la lampadina, ho ripensato ad un vecchio post che avevo scritto nella mia pagina FB corredato di collegamento al sito dell’ “Italia dei valori” dove parlavo di una loro campagna e in particolare dell’immagine usata per rappresentarla.
    Poco fa gli ho buttato un occhi e con piacere ho verificato che il link è ancora li, anzi se non sbaglio è ancora più grande, con un paio di scrollate ve lo trovate in primo piano col suo nobilissimo messaggio: “intercettazioni-le pubblichiamo per voi!” dal link si arriva ad una pagina in cui si possono spedire eventuali intercettazioni direttamente a DiPietroAntonio in persona, ma non è questa la cosa importante, cioè si… ma lasciamo perdere, dicevo, nel mio post sottolineavo che gli italiavaloristi hanno bei gusti cinematografici, peccato che non capiscano bene la trama di quello che vedono.
    Ecco qua il link per la loro campagna http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/ … illuminati!

    ah!
    visto che Massimo è li, ditegli di stare attento e verificare con chi si accompagna.

  5. la pravda permalink
    28/05/2010 10:25

    Secondo Stella i cittadini italiani “avevano il diritto di sapere se le persone coinvolte nell’affare dalla Protezione civile erano persone serie o no, coscienti o no, rispettose del bene pubblico o no”. Era dunque giusto intercettare e pubblicare le loro telefonate per far sapere a tutti se erano o no, per farla breve, delle brave persone. Bene,perché non sottoporre anche i giornalisti al controllo delle intercettazioni,allo scopo di far sapere ai cittadini italiani la loro conformità all’etica pubblica,per non dover poi scoprire che sono invece degli ipocriti e li hanno presi per i fondelli?

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