E son sicuro che Furio sarà fiero di loro
Sul Foglio di oggi c’è un lungo articolo di Mattia Ferraresi dedicato al dibattito “Free Press Vs. Government Control: How Journalists Confront Political Corruption in Berlusconi’s Italy”, organizzato da Alexander Stille alla scuola di giornalismo della Columbia University di New York, con ospiti del calibro di Marco Travaglio, Piercamillo Davigo e Beatrice Borromeo. L’articolo contiene diversi passaggi notevoli, che meritano di essere segnalati.
Quella fondata da Pulitzer nel 1912 è una specie di palestra dove si raddrizzano schiene altrimenti prone al servizio del potere e si studiano oscure soluzioni tecnologiche per allargare il campo della comunicazione; in quasi un secolo di gloriosa storia dall’edificio ben tenuto nel campus della Columbia di giornalisti scomodi ne sono usciti a decine, a centinaia, e forse senza la scuola il mondo non potrebbe godere dei tweet di Gianni Riotta.
Per il resto Travaglio rende edotta l’America a proposito delle keyword berlusconiane: “Ad personam”, “scudo spaziale” (…). In realtà non è l’America a essere edotta, ma l’Italia del luogo comune antiberlusconiano che parla al suo doppio che abita nei salotti di New York con l’aria patita del rifugiato politico.
Davigo – a cui devono tradurre anche il cartello “no smoking” – fa un intervento sobrio sulle anomalie del sistema italiano, dove “chi detiene il potere crede di non essere sottoposto alla legge”.
Non si capisce se Nadia Urbinati parli in inglese per fare un favore a Stille o un dispetto a Davigo, ma a prescindere dall’idioma il contenuto è ficcante: nell’Italia di Berlusconi il linguaggio è diventato un “mezzo per l’aggressione” e proprio mentre scioglie questo concetto una voce dall’ultimissima fila si leva per contestare (“E’ un quarto d’ora che parli e non stai dicendo nulla” e altri improperi); Nadia non si fa scoraggiare e anzi contrattacca usando il contestatore come esempio perfetto di una cultura italiana corrotta che non sa ascoltare, parla sopra all’avversario e non aspetta nemmeno che questo finisca di parlare per criticarlo civilmente. E quando l’intervento finisce con un “thank you”, il contestatore si trasforma da classico disturbatore di incontri pubblici in genio della comunicazione, urlando: “You’re welcome. Now shut up!”.
L’intervento anglosassone di Claudio Gatti del Sole 24 Ore, il quale se la prende pure con i giornalisti che vengono pagati dalle lobby, magari dalle industrie, magari da quelle del petrolio…
Io non ho ascoltato il discorso ma, a fidarsi di Ferraresi, il giornalista del sole 24ore che se la prende con i giornalisti pagati dalle industrie è meraviglioso, geniale e…..aiutatemi con i superlativi :-)
Dai, su, ora non fare l’antitravaglino a tutti i costi, sennò commetti lo stesso errore che fa Gillioli, con la sua ossessione antidalemiana (che non è necessariamente sbagliata a priori, ma nel suo caso rischia di diventar malsana) e anti…beh, te.
;)
Gran bell’articolo del giovane Ferraresi