Promemoria
Ascoltando il ministro Maurizio Sacconi spiegare al Tg3 che il cardinal Bagnasco non si riferiva affatto a Berlusconi e che Emma Marcegaglia non ce l’aveva per nulla col governo, mi sono tornate alla mente un paio di cose. La prima, a proposito di industriali, è il ruolo che il nostro ministro del Welfare ha avuto (perché ce l’ha avuto eccome) nelle vicende di Pomigliano e Mirafiori (e in tutto ciò che le ha precedute e rese possibili). La seconda, a proposito di chiesa e di valori cristiani, è il ruolo che lo stesso Sacconi ha avuto nella vicenda di Eluana Englaro. Non si tratta, insomma, semplicemente di uno stile, un piglio, un atteggiamento, che è sempre chiaramente riconoscibile – e almeno per me parecchio irritante – ma potrebbe essere anche una posa o persino una forma di autodifesa. Quello che mi colpisce è tutt’altro. E’ una vera e propria concezione del mondo, un modo di vedere se stessi e gli altri, in cui sembrano mescolarsi un’atavica e ancora accecante sete di vendetta, e una spiccata tendenza, probabilmente spiegabile con l’accecamento di cui sopra, a confondere piani, ruoli, fatti e persone. In questo senso penso che Sacconi, insieme con Renato Brunetta, sia di gran lunga il ministro più “ideologico” di questo governo. E penso che persone dotate di simili caratteristiche al governo non ci dovrebbero stare, in nessun governo, per mancanza della benché minima attitudine alla composizione dei contrasti, alla ricerca del dialogo e del compromesso, sprovviste come sono di tutte quelle piccole doti intellettuali e umane che in democrazia risultano indispensabili a evitare che ogni scontro degeneri in guerra civile. Nel caso il discorso vi sembrasse troppo astratto o frutto di pregiudizio, e voleste una dimostrazione pratica delle caratteristiche che ho appena elencato, al massimo grado, potete premere play (se non lo avete già visto o non ve lo ricordate, vi avverto che si tratta di un video che contiene immagini molto forti).