Le opinioni di Monti spiegate da lui
In Italia, data la maggiore influenza avuta dalla cultura marxista e la quasi assenza di una cultura liberale, si è protratta più a lungo, in una parte dell’ opinione pubblica e della classe dirigente, la priorità data alla rivendicazione ideale, su basi di istanze etiche, rispetto alla rivendicazione pragmatica, fondata su ciò che può essere ottenuto, anche con durezza ma in modo sostenibile, cioè nel vincolo della competitività. Questo arcaico stile di rivendicazione, che finisce spesso per fare il danno degli interessi tutelati, è un grosso ostacolo alle riforme. Ma può venire superato. L’abbiamo visto di recente con le due importanti riforme dovute a Mariastella Gelmini e a Sergio Marchionne. Grazie alla loro determinazione, verrà un po’ ridotto l’handicap dell’Italia nel formare studenti, nel fare ricerca, nel fabbricare automobili.
Mario Monti, Corriere della sera, 2 gennaio 2011
Meno male che a fine legislatura, o forse prima, Monti tornerà da dove è venuto.
Abolite privilegi.
Lo trovo AGGHIACCIANTE!
Francesco, ma non potrebbe essere che il governo Monti renda piu’ chiaro il ruolo politico del PD? Sono spesso daccordo con le tue analisi ed ho fatto la seguente riflessione: Monti, nella contingenza attuale, vuole rappresentare il punto di mediazione, tristemente necessario, tra sinistra e destra. In questo scenario non pensi che il PD potra’ meglio e piu’ chiaramente rappresentare il ruolo di difensore delle classi deboli?
E poi, se l’UdC si consolida, che spazio politico ci rimane per un PD centrista?
Il PD non rappresenta le classi deboli.