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Democrazia futura

03/04/2013

Matteo Renzi rende noti i nomi (e le cifre) della maggior parte dei suoi finanziatori, tra cui spiccano per notorietà (e generosità) alcuni protagonisti dell’alta finanza. Nel frattempo, alcuni parlamentari del Pd che i giornali definiscono semplicemente “renziani” presentano una proposta di abolizione dei rimborsi elettorali. Renzi sembra legare le due mosse: il rispetto dell’impegno alla trasparenza sui suoi finanziatori sarebbe anche la dimostrazione che si può fare politica senza finanziamenti pubblici. A me però sembra che dimostri l’esatto contrario. Mi spiego: io non ho mai condiviso le posizioni di Renzi in materia di economia, mercato del lavoro, relazioni industriali (la terribile triade agenda Monti-riforma Ichino-modello Marchionne), ma naturalmente non posso escludere che in futuro, con il mutare dei tempi e delle occasioni, Renzi possa cambiare le sue posizioni. Quello che mi sento di escludere è che le cambino i suoi finanziatori. E cioè che pure nel fortunato caso in cui Renzi dovesse sposare la battaglia contro gli eccessi della finanza o contro il modello Pomigliano, Paolo Fresco o Davide Serra, tanto per fare due esempi a caso, continuerebbero a staccargli assegni altrettanto consistenti. Intendiamoci: può darsi che al punto in cui siamo occorra un atto di rottura come quello proposto da Renzi sul finanziamento della politica. Può darsi che in una situazione tanto degradata non resti altro da fare. Può darsi che prima di poter cominciare a risalire si debba scavare ancora un po’. Non lo so, direi comunque che non sono d’accordo, ma non importa. Magari sbaglio io. Mi preoccupa però che i primi applausi a Renzi per la sua dichiarazione di oggi sul fatto che la politica sta perdendo tempo quando invece dovrebbe correre – obiettivamente, non una delle sue più brillanti, nel merito – vengano proprio da Italia Futura, l’associazione-partito di Luca Cordero di Montezemolo. Un altro che certo non ha bisogno del finanziamento pubblico. Quello che mi preoccupa è che tra Montezemolo, Berlusconi, Grillo e Casaleggio, la politica italiana rischia di ridursi a un concorso per miliardari.

4 commenti leave one →
  1. masaccio permalink
    04/04/2013 02:44

    cari Giovani Turchi, io queste cose (cioè il fatto che la politica di Renzi, senza finanziamento pubblico, sia strutturalmente dalla parte di chi paga, da cui il suo appoggio al modello Marchionne) le condivido anche. Però perché siano credibili voi mi dovete mostrare che chi prende il finanziamento pubblico, invece, sta dall’altra parte. Perché quando il modello Marchionne fu messo su legge e votato in parlamento, il Pd, con tutto il suo finanziamento pubblico, ha votato sì. Anche senza bisogno di Renzi e di Davide Serra.
    E allora, se la gente ha di fronte servi di miliardari che non prendono i soldi pubblici e servi di miliardari che non li prendono, non vi stupite se sceglie la soluzione più economica…

  2. valerio permalink
    06/04/2013 12:59

    secondo me si sbaglia approccio ,sia il vostro di difesa integrale del finanziamento come è ora,sia nella proposta di Renzi di abolizione totale:bisogna ridurre di molto il finanziamento pubblico ed incentivare,anche fiscalmente quello privato.
    inoltre è sbagliato pensare che se uno finanzia un uomo politico questo sarà prono o comunque servile nei sui confronti,perchè questo ragionamento vale sia per i finanziatori renziani come per Mussari di MPS le cooperative,e Riva e i 90.000 mila euro a Bersani:cioè Bersani è prono alle richieste dell ilva di taranto?non mi pare il caso.

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