Clap and jump for Renzi
Come buona parte della popolazione mondiale Italia esclusa, dopo la crisi economica del 2007-2008 ho riconsiderato molte delle convinzioni maturate nella mia prima giovinezza di scapestrato riformista, divenendo, con l’avanzare dell’età, parecchio più radicale (nel senso buono). Un processo autocritico lungo e sofferto, che poteva sfociare in un vero e proprio autodafé interiore. Devo quindi ringraziare la lista Tsipras, e in particolare la lista dei suoi candidati (veri e posticci), per avermi ricordato le molte buone ragioni che nonostante tutto, anche con il senno di poi, non posso non riconoscere al me stesso degli anni novanta.
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In un duro commento sull’Huffington Post Lucia Annunziata parla di “effetto Dorian Gray” per Renzi, inteso come un precoce invecchiamento dinanzi alle inderogabili necessità della grande politica, nazionale e internazionale. Necessità che avrebbero spinto il giovane presidente del Consiglio a rifluire verso scelte, stili e toni più tradizionali (io definirei tutto questo semplicemente diventare grande).
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E comunque sarà una vittoria a metà, sarà un risultato ancora perfettibile, ma bisogna dare atto a Renzi di avere finalmente assicurato all’Italia una buona legge elettorale, almeno in Senato.