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Impertinenze

24/01/2015

Dai vari articoli dedicati al tema, confesso di non avere ancora capito se e quanto il Quantitative Easing deciso dalla Bce sia una grande vittoria (e, nel caso, di chi). Certo, però, a pochi giorni dal discorso di Obama sullo stato dell’Unione, è difficile non notare una certa differenza nei tempi e nella qualità della reazione europea e americana alla grande crisi. Mi chiedo insomma se al momento di tracciare un bilancio di questi anni, un capo di governo europeo o lo stesso Draghi potrà dire come Obama al Congresso: “That’s good news, people”. Vedo che i più scettici ora invocano la scossa di Syriza e forse hanno ragione. Mi rassicura meno pensare che parecchi di loro, nel 2011, invocavano Mario Monti.

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A proposito dell’incontro Merkel-Renzi, leggo sul Corriere della sera che secondo un membro della delegazione tedesca “è chiaro che si piacciono”. Mi domando però se l’aneddoto raccontato a cena dalla Merkel su come nel 2005 la naturale arroganza di Schroeder lo spinse a “scavarsi la fossa da solo”, citato a conferma del clima amichevole tra la cancelliera e il nostro presidente del Consiglio, dimostri proprio questo.

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Pier Luigi Bersani risponde su Repubblica all’intervista rilasciata ieri da Giuditta Pini, che lo aveva accusato di incoerenza nella battaglia sulle preferenze, in modi peraltro molto sgradevoli, che però aveva immediatamente smentito. Bersani conferma di non avere mai amato le preferenze. “Il punto – spiega – è che amo ancora meno le nomine. Vigente il Porcellum, ho infatti voluto le primarie per i parlamentari attraverso le quali (con quelle preferenze!) tu e tanti giovani e tante giovani donne come te sono oggi in Parlamento. Dopo il 2013 non possiamo più cavarcela solo con le nostre buone pratiche. Tocca a noi la responsabilità di dire quale democrazia vogliamo per tutti”. Quello che personalmente non capisco – a parte il senso di polemizzare con un’intervista che è già stata smentita – è perché questa responsabilità varrebbe solo “dopo il 2013”, e non l’anno prima, per esempio, cioè quando, con la frase citata dalla Pini sul non voler mettere l’Italia “tra Tangentopoli e la Grecia”, Bersani diceva no a un possibile cambiamento del Porcellum che contenesse le preferenze (“Tangentopoli”) e un premio di maggioranza non abbastanza alto da assicurare la governabilità (“Grecia”). La Pini sarà stata impertinente, ma la risposta di Bersani, semplicemente, non è pertinente.

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