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Il mondo alla rovescia

10/03/2015

Sul Corriere della sera Valerio Onida spiega i principali difetti della nuova legge elettorale. Mi limito a riportarne l’incipit: “Caro direttore, l’aspetto più controverso della nuova legge elettorale in discussione non è quello dei capilista ‘bloccati’ e delle preferenze, bensì il meccanismo di attribuzione del premio”. L’unico punto su cui dissento da Onida è il passaggio in cui sembra intendere – se capisco bene – che la legge migliorerebbe con la possibilità di apparentamento al secondo turno.

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Personalmente, rispetto alla legge proporzionale uscita dalla sentenza della Corte costituzionale, considero l’Italicum un drammatico passo indietro, che rischia di dare risultati casuali-irrazionali: se infatti il primo partito arriva al 39,9 e va al secondo turno contro uno che si è fermato venti punti prima, con il calo dell’affluenza e l’effetto distorsivo tipici del ballottaggio (vedi l’esito delle presidenziali francesi del 2002, o le ultime comunali di Parma) può accadere di tutto, anche che a vincere una maggioranza schiacciante sia un partito che rappresenta una sparuta minoranza degli elettori. Ricordo che nel 2002 i francesi si trovarono a scegliere tra la destra e l’estrema destra, e sfido chiunque a sostenere che un simile ballottaggio rappresentasse la volontà popolare di un paese che al primo turno aveva mandato i candidati di ben quattro diverse liste trozkiste sopra il 4 per cento (motivo per cui il socialista Jospin rimase fuori dal secondo turno). Detto questo, rispetto a tutti i sistemi precedenti, dal Mattarellum al Porcellum, non c’è dubbio che l’Italicum rappresenti un gigantesco passo in avanti, perché mette fine alle coalizioni pre-elettorali, principale strumento con cui si sono annientati i partiti in questi vent’anni. Mette fine cioè a quel “bipolarismo di coalizione” che è stato la pietra angolare della Seconda Repubblica. Sfortunatamente, proprio quando la Consulta sembrava averlo finalmente seppellito, il morto ha afferrato il vivo, e così, sia pure senza la coalizione, l’ideologia del bipolarismo è rimasta tra noi, procurandoci i guai di cui sopra (peraltro davvero fuori tempo massimo, per le ragioni di cui ho già parlato qui).

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Per spiegare il suo dissenso dal gruppo di Forza Italia e il suo voto a favore della riforma costituzionale, Gianfranco Rotondi dichiara su Repubblica che “Berlusconi è il bipolarismo in Italia”. Sante parole. Bisognerebbe farne delle magliette.

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