Date retta a me
Di qualunque argomento si parli, in qualunque campo, da qualunque tribuna (giornali, talk show, social network), siamo continuamente investiti dai lamenti di chi proprio non riesce a capire come possano essere tutti così incompetenti e incapaci. A volte mi chiedo da quale meraviglioso pianeta, certamente abitato da una superiore civiltà aliena, migliaia di anni luce più avanti di noi, provengano mai questi inconsolabili critici del presente. Fatto sta che sono tantissimi, talmente tanti che viene pure da domandarsi con chi ce l’abbiano (forse con i quattro analfabeti rimasti a non avere ancora facebook?). E anche, soprattutto, a chi mi stia rivolgendo io (posto che quei quattro difficilmente potranno leggermi). Non so se sia sempre stato così. Chissà, forse anche al tempo in cui alcuni individui particolarmente ingegnosi provavano ad accendere i primi fuochi, sfregando pietre l’una con l’altra, intorno a loro era pieno di cavernicoli che si chiedevano di questo passo dove si sarebbe andati a finire. E come si poteva fare, se invece di pensare alla caccia e alla raccolta delle bacche gli uomini perdevano tempo a giocare con le pietruzze. E che futuro potevano sperare di avere, se i giovani non avevano più voglia di lavorare duramente come i loro padri, capaci di passare giornate intere appostati dietro un cespuglio in attesa della preda, e pretendevano invece di starsene per ore a bighellonare tra i sassi. Di sicuro in questo atteggiamento c’è qualcosa di universale, che unisce il capo azienda esasperato dalla stupidità dei suoi collaboratori e l’ambientalista apocalittico esasperato dalla stupidità dell’umanità, il leader politico che lamenta l’impossibilità di combinare nulla col gruppo dirigente che si ritrova, e il suo elettore, che lamenta l’impossibilità di combinare nulla con leader politici come lui. Credo però che il caso più rappresentativo, e che spiega meglio questa comunissima trappola psicologica, sia quello del professore che si lamenta dell’ignoranza degli studenti. Ne ho conosciuti parecchi. E temo che abbiano fatto scuola.