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Contrordine, compagni: abbiamo vinto

07/12/2016

unitaNon fatevi ingannare dall’esultanza di Beppe Grillo, dalle dichiarazioni roboanti di Matteo Salvini, dai proclami entusiastici di Renato Brunetta. Non hanno capito niente. Ignorate pure le espressioni di giubilo di Marine Le Pen, Nigel Farage e di tutta la destra populista europea. Non hanno capito niente neanche loro. O forse anche loro si sono fatti abbindolare dai «vaniloqui televisivi» dei «soliti noti» che si sono mobilitati per «soffocare la portata di uno spontaneo pronunciamento collettivo» e addirittura «mistificarne» il senso. Secondo la costituzionalista Lorenza Carlassare, infatti, per «neutralizzare il risultato clamoroso del referendum», si continua a «riferire quel successo soltanto ai partiti (affermando così che ha vinto la destra) ignorandone volutamente il grande protagonista, il popolo italiano», e in particolare «il popolo della sinistra». Ma come, si domanda sconsolata sull’Huffington Post, non le hanno viste «le bandiere rosse nelle piazze, nei teatri, nei tanti luoghi degli incontri festosi dei Comitati del No?».
Accidenti. C’è veramente di che rimanere di stucco, a pensarci. Ma come è possibile? «È soltanto l’incapacità dell’informazione di regime di leggere la realtà del paese, d’intendere i suoi movimenti profondi?». Ma no, è ovvio che «c’è dell’altro». Ma cosa, esattamente? La risposta della professoressa è netta: «Qualcosa di ancor più grave di cui quell’informazione è intrisa: l’evidente intento di minimizzare e contraffare, in una direzione più conveniente per il potere, la volontà popolare».
Ristabilita dunque la verità storica, e chiarito una volta per tutte il vero significato politico del referendum, che resta quello di una grandiosa vittoria del popolo della sinistra, appare nella sua giusta luce anche la proposta avanzata dalla rivista Micromega: un governo Rodotà-Zagrebelsky. «Ora – denuncia la rivista – l’establishment sconfitto nel referendum è in febbrile attività per impedire che la vittoria del No abbia il suo coerente sbocco politico: elezioni al più presto. Ecco perché chiediamo elezioni rapide con un governo rispettoso del risultato elettorale, che può essere solo un governo Rodotà/Zagrebelsky di coerenza costituzionale». Comunque la si pensi sul merito della battaglia referendaria, bisogna ammettere che non fa una piega. È infatti più che corretto, e diremmo anche condivisibile, che dopo un responso elettorale così netto e inequivocabile il parlamento recepisca il messaggio che sale dal paese e dia vita al governo più di sinistra e più anti-establishment (almeno se stiamo alle dichiarazioni dei protagonisti) dell’intera storia repubblicana. E solo così, ripartendo cioè da una corretta analisi del voto, si intende pienamente anche l’entusiasmante prospettiva di conquiste democratiche e sociali indicata da Stefano Rodotà al Fatto.
Partendo dalla constatazione che il voto dimostra «una diffusa consapevolezza culturale», e che il No è stato «un’indicazione di recupero della cultura costituzionale», Rodotà non esita infatti a dichiarare che «oggi non finisce un percorso, tutt’altro». Ce n’est qu’un début. E ci pare davvero arduo, date queste premesse, non condividere l’ottimismo con cui il professore indica l’obiettivo della prossima campagna: i referendum promossi dalla Cgil, che potranno così accompagnare all’azione riformatrice del governo la spinta dal basso delle masse, spronando esecutivo e forze politiche verso conquiste sempre più avanzate.
Sull’onda del successo referendario, insomma, la vittoria definitiva non diciamo del socialismo, ma quanto meno di una sinistra radicale, culturalmente consapevole e costituzionalmente colta, stavolta sì, appare proprio a portata di mano. Praticamente scontata. Checché ne dicano Salvini, Berlusconi e Le Pen. Del resto, le avete viste le bandiere rosse nelle piazze, o no?

(L’Unità, 7 dicembre 2016)

3 commenti leave one →
  1. 07/12/2016 14:21

    Ma in questo gerontocomio so nisciuti tutti pazzi?Io pur se di una certa età non mi ci raccapezzo,pur avendo fatto politica,quando sento parlare questi ultra 70/80enni arroganti e presuntuosi autoreferenziali e pretesi indispensabili ed insostituibili unti non si sa da quale dio.Ma lasciassero lavorare in santa pace i 30/50enni che sicuramente sono più in linea di noi con il mondo del 3°millennio.Si sistemassero nel loculo con il marmetto a mo di coperta ed non rompessero ulteriormente le palle! Perdona il colto francesismo!

  2. Francesco permalink
    07/12/2016 14:59

    Ho paura di aver fatto una grande confusion…..diceva una vecchia canzone!

  3. 14/12/2016 16:59

    Ti sto guardando su Speciale Diario del Governo RAINews24. Molto interessante. Mi ha fatto ridere la tua risposta alla domanda sul “proposito” di Mattarella. Bravo!

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