Specchio-riflesso
Sempre più spesso mi capita di domandarmi come si comporterebbe oggi un ipotetico Perseo del web – e della politica – al tempo della grande egemonia del discorso antipolitico e populista. Con quale scudo potrebbe sfuggire allo sguardo pietrificante di Napalm51, o magari di Dibba78. Con quali sandali magici saprebbe sorvolare la marea di insulti e insinuazioni che sommerge sistematicamente ogni tentativo di discussione razionale. Con quale elmo incantato riuscirebbe a rendersi invisibile alle infinite schiere di mestatori, provocatori di professione ed eternamente ingrugniti per vocazione. Esiste un modo? Esistono uno scudo, dei sandali, un elmo di cui un politico – o un partito – possa impadronirsi, per tagliare la testa della Medusa prima che la politica del risentimento lo trasformi in una statua di pietra? Non lo so. Quello che so è che il vecchio gioco infantile dello specchio-riflesso, in questo caso, ha l’unico effetto di trasformare in Medusa lo stesso Perseo. Il suo scudo, dunque, non serve a niente. E so che il tentativo di sollevarsi al di sopra dei suoi contestatori, guardandoli dall’alto in basso, non fa che rendere più spettacolare la sua caduta, dopo. Dunque non servono neanche sandali alati. E so che anche cercare di rendersi invisibili non fa che aumentare la collera di quel popolo arrabbiato, che i propri rappresentanti vuole vederli invece bene in faccia e sempre più da vicino. Dunque niente elmo incantato. Figurarsi poi se può servire un sacco in cui nascondere la testa della Medusa: non basterebbe la borsa di Mary Poppins per contenere tutti gli infiniti volti della Gorgone post-ideologica. Dunque, che cosa resta? Chissà. Forse a lui, al nostro ipotetico Perseo contemporaneo, non resta proprio niente. E nemmeno a noi: politici, giornalisti o impiegati che siamo, persi nel labirinto delle nostre reti sociali, sempre più virtuali e sempre meno sociali. Forse tutto quello che resta, per chi proprio non voglia rassegnarsi, è l’aspirazione all’impresa, l’intenzione del volo, il desiderio di provare ancora una volta a saltare alle spalle del mostro, nonostante tutto. Se non altro per essere ben sicuri che non sia lui – il mostro – quello accovacciato dietro uno specchio.